Coronavirus

Conte chiuso nel bunker. Rabbia contro Salvini: "Ora basta sciocchezze"

Il premier osservato speciale da Europa e Oms E su Matteo: «La deve smettere di speculare»

Conte chiuso nel bunker. Rabbia contro Salvini: "Ora basta sciocchezze"

Mentre vittime e malati aumentano, l'Europa ci guarda come gli untori, i miliardi vanno in fumo in borsa e le regioni fanno a gara per difendersi dalla minaccia Coronavirus, Giuseppe Conte asserragliato nella sede della Protezione civile cerca di arginare contagio, panico e polemiche. E, in un'Italia divisa in due dal Covid19, anche di evitare che ognuno faccia a modo suo. «Ce la faremo - dice in serata, tornando a via Vitorchiano per la seconda riunione-, siamo una grande Nazione. Vogliamo coinvolgere i governatori e dobbiamo evitare che alcuni possano adottare iniziative autonome e non concordate, non giustificate e anche dannose».

Il premier vuole che ci sia «fiducia reciproca» e avverte: «Non è possibile che si vada in ordine sparso».

Oggi alle 10 vedrà tutti i presidenti di regione proprio per ottenere che tutti si attengano al principio della «proporzionalità» degli interventi. Il problema, ora, sembra quello di mantenere una direzione centralizzata della crisi, dando indicazioni univoche e imponendo misure omogenee sul territorio, anche se rafforzate nella zona rossa al nord. Evitando fughe in avanti.

Verso mezzogiorno Conte telefona al presidente delle Marche (dove non ci sono casi positivi al virus) e chiede al dem Luca Crescioli di sospendere l'annunciata ordinanza per chiudere da oggi scuole e università e vietare manifestazioni pubbliche. Il governatore si adegua, in attesa della riunione in cui stamattina si definiranno linee guida per tutti.

Una stoccata pesante Conte la dedica a Matteo Salvini, che continua ad attaccarlo, ricordando anche i leader dell'opposizione hanno «l'obbligo a non dire sciocchezze e non speculare». «Non vorrei essere costretto a mostrare i messaggi di Whatsapp e le telefonate a cui non è stata data risposta».

La giornata comincia in mattinata alla Protezione civile, con la riunione con i ministri degli Esteri Luigi Di Maio e della Sanità Roberto Speranza, oltre al capo del dipartimento Angelo Borrelli. Collegati in video partecipano anche i governatori delle regioni più in allerta, dalla Lombardia al Veneto, alla Val d'Aosta al Piemonte. Di Maio, in teleconferenza dall'Unità di Crisi della Farnesina, poi si confronterà con gli ambasciatori italiani di Svizzera, Croazia, Francia, Germania, Austria, Slovenia e Monaco sugli sviluppi dell'emergenza.

«Siamo pronti a fronteggiare anche l'emergenza economica», dice il premier, in serata. Ha sostituito con la giacca blu il maglionicino grigio con il quale domenica ha dispensato rassicurazioni dalle trasmissioni tv, ma sembra sempre assediato da un problema più grande di lui. Sa che rischia di essere «commissariato» da Ue e OMS per come ha gestito l'emergenza.

L'Italia è il terzo paese al modo per contagi, il primo in Europa ed è lui, Conte, a dover rispondere della «sorprendente», anche per il capo del governo, diffusione del virus.

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