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Conte e i soliti 11 miliardi. Pd e 5S (a sorpresa) uniti. "Concessioni da rivedere"

Il premier bluffa: «I soldi ci sono, vanno spesi» Il centrodestra protesta: «Via tutti i pedaggi»

Conte e i soliti 11 miliardi. Pd e 5S (a sorpresa) uniti. "Concessioni da rivedere"

Bella, fragile e trascurata l'Italia, sommersa dall'acqua, ferita da frane e valanghe, scossa dai terremoti. Mesi fa l'annuncio del Piano proteggi Italia e del Piano Cantiere Ambiente, ma hanno tardato ad arrivare gli 11 miliardi di euro (su base pluriennale) per proteggere il Paese, da Nord a Sud, da Est a Ovest ad alto rischio idrogeologico. Se ne era parlato ancora nel giugno scorso, quando la stagione del maltempo che ogni autunno flagella il Paese era a una certa distanza di sicurezza.

Il piano si è annacquato sui lastricati delle buone intenzioni e dei fondi perduti per la manutenzione, tema annoso, quasi eterno. Conte lo ha richiamato in vita, assicurando gli stanziamenti per 11 miliardi, «ora però i soldi dobbiamo spenderli», ripete dubbioso, dopo un incontro di maggioranza su Venezia e dopo un vertice sul dissesto idrogeologico con i ministri dell'Ambiente Sergio Costa, 5s, delle Infrastrutture, la dem Paola De Micheli, delle Politiche agricole, la renziana Teresa Bellanova, e col capo della Protezione civile, Angelo Borrelli. L'accordo è arrivato sul finanziamento finale per il Mose di Venezia. Conte è molto prudente sul resto: «Il dissesto non si può risolvere con un singolo decreto. Occorre un piano pluriennale». Sarà la struttura «Strategia Italia» a monitorare gli investimenti.

Accade con 34 persone già morte per il maltempo durante l'anno, 14 regioni che hanno chiesto alla Protezione civile la dichiarazione dello stato d'emergenza, la Liguria praticamente isolata, Piemonte, Lombardia e Emilia Romagna attualmente in allarme Po. La pioggia cade, le autostrade chiudono, si teme per i viadotti, fiumi e laghi esondano, la parola prevenzione è stata sostituita dall'emergenza. Conte dà una certezza sul passato: «È pressoché in dirittura di arrivo la procedura di caducazione della concessione ad Atlantia». Ciò significa la perdita della concessione sulla A26 per Autostrade per l'Italia, controllata dalla holding Atlantia, a seguito della controversia avviata dopo la tragedia del Ponte Morandi del 14 agosto 2018.

Il titolare del Mise, il 5s Stefano Patuanelli, conferma che il caso Atlantia è la linea generale del partito: «Il sistema delle concessioni autostradali ha bisogno di una revisione totale». Già Luigi Di Maio aveva parlato di «una revisione del sistema delle concessioni», dopo il crollo del pezzo di collina sul viadotto e sull'A6 Torino-Savona. «I signori del casello hanno trovato nelle autostrade una vera gallina dalle uova d'oro» scrivono i 5 stelle, mirando soprattutto a un capro espiatorio immediato. E la novità è che anche il Pd, per la prima volta, è d'accordo. «Se la concessionaria non è in grado di gestire si faccia da parte» aveva detto il pd Franco Vazio, parlando alla Camera dell'ultimo crollo in Liguria.

Tra le polemiche è ripartito anche il dibattito su pedaggi e manutenzioni. I cittadini chiedono di non pagare. Il governatore Toti: «Serve il genio militare».

L'azzurra Mara Carfagna, vice presidente della Camera, rilancia l'allarme per tutta Italia: «Serve una legge speciale».

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