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Ora a Conte piace la casta (del tennis)

L'ex premier era seduto nel posto d'onore durante la finale degli Internazionali d'Italia e al Foro Italico per tutta la settimana c'è stata una parata di volti pentastellati

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Il nuovo corso del Movimento 5 Stelle targato Giuseppe Conte è poltronaro. Questo è ormai un dato di fatto. Basta con linguaggi, narrazioni, riferimenti anche simbolici ad un passato anticasta che non paga più. Specie perché ai grillini la casta piace. Come pure piacciono le poltrone. Politiche e non. Come quella dei posti d'onore sul Centrale del Foro Italico, dove il leader grillino sedeva durante la finale degli Internazionali d'Italia di tennis. Un posto così esclusivo che il suo faccione è entrato in tutte le riprese.

La dimostrazione plastica che all'ex premier sia toccato, chissà quanto casualmente, il seggiolino più esclusivo dello stadio, in un'area già di per sé off limits per i comuni mortali e riservata a politici, governatori, assessori e qualche volto noto del pianeta spettacolo. La seduta era così comoda che Conte non si è alzato in piedi nemmeno durante il discorso del campione del torneo, il no-vax Novak Djokovic (che nelle intenzioni di molti politici non avrebbe neanche dovuto partecipare), al contrario di tutti quelli intorno a lui.

Sarebbe da ingenui pensare che Conte, appassionato e discreto giocatore di tennis, fosse al Foro solo per godersi una partita. Specie visto il trattamento da rockstar che gli è stato riservato dal presidente Fit, Angelo Binaghi, che a più riprese ha sostenuto di non voler contaminare lo sport (perlomeno il tennis) con la politica. Invece, per i pentastellati deve avere una certa predilezione visto che, come riporta Dagospia, oltre a Conte agli Internazionali nella tenda federale c'era anche Alessandro Di Battista . Ultima, ma non certo in ordine di importanza, la nomina dell'ex sindaco di Torino Chiara Appendino come vicepresidente della Federtennis.

Nella migliore delle ipotesi, la vicinanza tra i 5 Stelle e Binaghi si inserisce nella logica "il nemico del mio nemico..." visto che i grillini da anni considerano il numero uno dello sport italiano, Giovanni Malagò, un innominabile. Già dai tempi del "no" alle Olimpiadi del 2024 a Roma varato dal sindaco Virginia Raggi e dagli screzi interni con il Ministro dello Sport Vincenzo Spadafora, reo secondo i grillini di aver facilitato con la sua riforma la ricandidatura di Malagò come Presidente del Coni.

Ora, caso strano, anche Binaghi ha attaccato Malagò per le prese di posizione sugli atleti da ammettere nel tabellone degli Internazionali. Nella conferenza stampa di chiusura del torneo, Binaghi ha tuonato: "[Malagò, NdR] Ha cercato di non far giocare il numero uno del mondo, poi non voleva i russi. Abbiamo analizzato le sue parole: 'Il tennis segua le indicazioni del Cio, dico no ai russi a Roma', ma in realtà per rispettare le indicazioni del Cio è bastato fare immediatamente quello che Itf, Atp e Wta hanno fatto con una circolare alla quale ci siamo attenuti. I russi e bielorussi sono stati autorizzati senza il nome della propria nazione e senza i colori della bandiera".

Nella faida tra la Fit e il Coni, si sono inseriti i grillini.

Nemici della casta solo quando la casta non è amica loro.

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