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Conte e il "tour" delle opere: ecco la statale Agrigento-Caltanissetta

Il dibattito sulla Tav arriva anche lungo la Caltanissetta-Agrigento, la statale visitata da Giuseppe Conte e dal ministro Toninelli: "In Italia tante opere prioritarie, non c'è solo la Torino-Lione"

Conte e il "tour" delle opere: ecco la statale Agrigento-Caltanissetta

Arrivare a Caltanissetta da Agrigento vuol dire immergersi in due mondi diversi: ci si lascia alle spalle il Mediterraneo, ci si addentra nella Sicilia più interna e rurale. Paesaggi che affascinano e che rievocano anche la nostra letteratura: dopo aver lasciato la città di Pirandello e Camilleri, si incontra per strada la Racalmuto di Leonardo Sciascia prima di giungere nel capoluogo nisseno.

Non a caso la SS 640, che collega per l’appunto la città dei templi con Caltanissetta e l’autostrada per Catania, viene chiamata da due anni a questa parte “strada degli scrittori”. Non solo il fascino di una Sicilia da scoprire, ma anche le difficoltà di una Sicilia che da decenni combatte contro le incompiute: fino a Canicattì la SS 640 ha l’aspetto di una moderna autostrada, poi iniziano cantieri e deviazioni.

“Non vogliamo che questa strada si trasformi in una piccola nuova Salerno – Reggio Calabria”, ripetono all’unisono alcuni visitatori di un centro commerciale posto a pochi passi dalla statale. La preoccupazione che l’opera che dovrebbe ricollegare con il resto del mondo il centro della Sicilia rimanga monca per anni è palpabile. La posa della prima pietra avviene nell’aprile del 2009 in un gazebo vicino Canicattì con la presenza dell'allora ministro Matteoli. Oggi a visitare questo cantiere è il presidente del consiglio Giuseppe Conte con il ministro Toninelli: sono passati nel frattempo dieci anni, sono nati e caduti almeno cinque governi e si sono alternati altrettanti titolari del ministero delle infrastrutture, la SS 640 ancora non è completa.

Forse proprio per questo, qui dove il Movimento Cinque Stelle fa incetta di voti nelle scorse politiche e da cui molti cittadini si aspettano molto, che il premier ed il ministro iniziano da 640 il loro tour nei cantieri delle opere italiane. Un investimento da più di un miliardo di Euro diviso in due lotti, il primo corrispondente al tratto agrigentino terminato interamente nel 2017, il secondo invece equivalente al tratto nisseno con i cantieri aperti nel 2012. Tra alti e bassi la moderna superstrada arriva a collegare comodamente Agrigento con Canicattì e la periferia di San Cataldo, poi le linee gialle sull’asfalto e la polvere dei cantieri indica il tratto ancora da completare.

Fino allo scorso mese di settembre c’è ottimismo, almeno stando a quanto raccontano alcuni abitanti di Caltanissetta: “Dopo anni di lavori, la scorsa estate ci dicevano che a marzo tutto si sarebbe concluso”, dichiara un commerciante di contrada Bigini, lì dove insiste la più importante delle opere del cantiere, ossia la galleria “Caltanissetta”. Quasi 4 km, due canne distinte e separate per permettere alla statale la confermazione autostradale, i due grandi trafori completati a tempo di record negli anni scorsi alla loro apertura permetteranno di oltrepassare il capoluogo nisseno e dirigersi dritti verso l’autostrada. È proprio qui che si svolge l’incontro di Conte e Toninelli con sindaci, amministratori e vertici Anas.

Piove a dirotto quando il premier arriva e si dirige verso l’interno della galleria per la riunione tecnica. Mentre giornalisti ed operatori aspettano la conferenza di Conte e Toninelli, la galleria con la sua presenza sembra indicare quanto realmente c’è in ballo in questa contrada alle porte di Caltanissetta: scavo completato, pareti in parte rifinite, macchinari imponenti ancora montati. Un’opera quindi in uno stato avanzato di lavorazione, ma con attorno un cantiere praticamente fermo. Questo perché la Cmc, l’azienda che ha in appalto i lavori, versa in grave crisi.

Gli operai della società aspettano anche loro dentro la galleria, con addosso caschi e tute, per sapere di più sul futuro dell’opera e su quello personale. Nei giorni scorsi sembrano aprirsi spiragli per il pagamento di aziende e fornitori. Quando i due esponenti del governo presenti nel cantiere raggiungono la stampa, le indiscrezioni sono confermate: “Posso ufficialmente dire che da oggi i cantieri ripartono – afferma Conte – Le difficoltà emerse non sono progettuali o tecniche ma finanziarie. Mi impegno affinché la SS 640 venga aperta del tutto entro il mese di giugno 2020”.

Ed è inevitabile, a questo punto, che gli echi delle recenti polemiche sulla Tav raggiungano anche queste campagne al centro della Sicilia dove un cantiere sembra essere riaperto. Proprio lunedì Conte, nell’annunciare la visita a Caltanissetta, lancia quella che sembra una provocazione: “Si parla di Tav, ma non esiste solo la Tav in Italia”. Possibile quindi che il governo punti allo sblocco di alcuni delicati cantieri per dimostrare qual è la priorità sotto questo profilo?

“Non sono un tecnico – dichiara Conte ai giornalisti appena dentro l’imbocco della galleria – Sulla Tav non sto decidendo soltanto io. Ad ogni modo, siamo qui per parlare di questa opera fondamentale per la Sicilia”. Anche Toninelli sembra sulla stessa linea: “Una grande opera può essere rappresentata anche da tante piccole opere interamente completate”, dichiara il ministro.

In poche parole, la presenza a Caltanissetta vuole essere prima di tutto simbolica ed il dibattito sulla Tav non è poi così lontano. In secondo luogo, il governo vuole dimostrare di non essere contro le opere importanti. Terminata anche la conferenza stampa, i due esponenti del governo tornano a Roma, mentre in questo angolo di Sicilia da domani si spera di vedere realmente gli operai a lavoro.

E l’opinione pubblica siciliana sembra spaccarsi. Da un lato c’è chi dà ragione a Conte e Toninelli circa la priorità da dare alle opere minori rispetto alla Tav, dall’altro c’è chi invece vuole mettere in guardia: “Guai a spacciarci per beneficenza la riapertura di un cantiere che aspettiamo da anni, non è possibile paragonare questa opera alla Tav, di cui qui nemmeno si parla”, dichiara un residente di contrada Bigini.

Intanto si spera che questa sia la volta buona: “È la quarta volta che vedo inaugurare o riaprire questa opera”, dichiara in una nota il sindaco di Agrigento.

Mentre nel resto d’Italia si dibatte di alta velocità ed il governo sembra vacillare sulla Torino – Lione, in questo angolo di Sicilia appena lasciato da Conte si auspica semplicemente la chiusura di un cantiere oramai decennale.

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