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Conte, gaffe e colpi di mano. Via agli esterni per blindarsi

Accusa la Lega sui 49 milioni e Iv rilancia un video in cui voleva difendere, come legale, Salvini "scorato"

Conte, gaffe e colpi di mano. Via agli esterni per blindarsi

Con tigna e sarcasmo, Conte ribatte a un contestatore ma finisce per smentire se stesso. E non è la prima volta per l'ex premier, prima al governo con la Lega poi con il Pd. Conte uno contro Conte due. Il leader del M5s sta intervenendo a un comizio a sostegno di Virginia Raggi, a Roma. Un uomo non fa altro che interromperlo. Protesta contro il Green Pass. L'avvocato prima cerca di placarlo: «Con noi parlano tutti, non si scaldi. Dopo la faremo parlare e ci dirà, stia tranquillo». Niente da fare, la contestazione prosegue, accorrono altre persone. Il presidente grillino alza i toni. Coinvolge la Lega: «C'è il banchetto della Lega qui, sono dieci metri. Gli chieda dei 49 milioni, delle altre fesserie». La Raggi duetta con l'ex presidente del Consiglio: «O anche se era buono il mojito che ha bevuto ad agosto». A questo punto Conte non trattiene un impeto di vanità per l'operazione che nel 2019 l'ha portato al governo con il Pd. «No, lui ancora non si è ripreso», ironizza il capo del M5s riferito a Matteo Salvini.

Il problema è che spesso un'affermazione di Conte può nascondere il suo contrario. Teresa Bellanova, viceministro alle Infrastrutture, renziana, è tra i primi a inchiodarlo sui social. Ripesca un filmato del 7 settembre del 2018, era gialloverde. Il leader del Movimento è l'avvocato del popolo italiano sostenuto da Salvini, che è vicepremier e ministro dell'Interno. Il video è stato girato a Ceglie Messapica, provincia di Brindisi - che incidentalmente è anche il paese di Rocco Casalino - durante l'evento di Affaritaliani.it «La Piazza». Conte risponde a una domanda sulle inchieste che coinvolgono il Carroccio. «La Lega in questo momento ha incontrato una forte, oggettiva difficoltà, quindi capisco anche lo scoramento del vicepresidente Salvini», l'ammissione. Poi la frase che, riascoltata oggi, sembra appartenere a un altro mondo: «Vi confesso, se non avessi questa veste di presidente del Consiglio dei ministri mi sarei offerto alla Lega di difenderli per mettere al loro servizio, diciamo, la mia esperienza professionale». Da difensore di Salvini a grande accusatore. Il video diventa subito virale. Bellanova, ricordiamo, nelle ultime fasi del Conte bis è stata il vero mastino di Italia Viva durante i drammatici Consigli dei ministri al tramonto dell'esperienza giallorossa. Le sue dimissioni, insieme a quelle dell'altra ministra di Iv di Elena Bonetti, hanno propiziato la crisi che ha portato al governo Draghi. Nel Palazzo in tanti non hanno dimenticato le urla dell'allora titolare dell'Agricoltura contro Conte e il ministro dell'Economia Roberto Gualtieri nell'ultimo Cdm notturno. Quindi le frasi pesanti dei giorni successivi. Ora un'altra stoccata.

Intanto proseguono le manovre interne al M5s. Governisti e vecchia guardia preparano la sommossa contro quelli che considerano i tentativi di Conte di mettere su un «partito personale» sotto le mentite spoglie dei Cinque Stelle. Non solo la segreteria nazionale, dove vorrebbe piazzare una serie di fedelissimi. Adesso il focus si è spostato sulle nomine dei referenti locali. Quella struttura territoriale che dovrebbe costituire l'ossatura del nuovo Movimento. Il timore è che l'avvocato selezioni un nucleo di personaggi estranei alla storia grillina, provenienti dalla cosiddetta «società civile».

Imprenditori, professionisti, protagonisti dell'associazionismo, che potrebbero riempire le liste alle prossime elezioni politiche.

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