Conte regala il "reddito" a Tridico

Il leader vuole candidare in Europa l'ex presidente dell'Inps. Aria di fronda tra i grillini

Conte regala il "reddito" a Tridico
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Un reddito per il padre del reddito di cittadinanza. Giuseppe Conte è pronto a candidare alle elezioni europee dell'anno prossimo l'ormai ex presidente dell'Inps Pasquale Tridico. L'economista calabrese, professore all'Università Roma Tre, ha terminato il suo mandato all'Istituto per la previdenza sociale il 23 maggio del 2023 e ora per lui si apriranno le porte della carriera politica. Tridico, famoso per essere uno degli inventori del Rdc, con tutta probabilità l'anno prossimo sbarcherà al Parlamento europeo in quota M5s. È lo stesso Giuseppe Conte a fare il suo nome, durante la trasmissione Il Rosso e il Nero su Rai Radio 1. «Qualche innesto esterno ci sarà», annuncia il leader del M5s. «Valuteremo il consenso interno, ma ad esempio Tridico potrebbe essere una candidatura per le europee», dice ancora Conte. L'indiscrezione su un seggio per l'ex presidente dell'Inps, nominato dal primo governo Conte, circolava già da tempo ed era stata anticipata da Il Giornale il 24 aprile del 2023. Tra gli altri innesti esterni potrebbero esserci l'ex portavoce Rocco Casalino e un altro volto televisivo come Donatella Bianchi, candidata governatore del Lazio alle regionali di febbraio. Il padre del reddito, se eletto a Bruxelles, percepirà un compenso non da poco. Altro che la mancetta del Rdc. Un eurodeputato guadagna quasi 10mila euro mensili lordi (7mila e 776 netti). A cui vanno aggiunte una serie di indennità: 4mila e 716 euro l'anno di rimborsi spese per le attività al di fuori del proprio Paese, 338 euro per ogni giorno di presenza a Bruxelles o Strasburgo, 4mila e 778 euro mensili di indennità di spese generali più vari benefit.

«Innesti esterni» che confermano la mutazione del M5s nel «partito di Conte». Proprio questa definizione è stata usata dal dissidente Fabio Massimo Castaldo in una lettera inviata lunedì scorso in alcune chat private dei Cinque Stelle. L'europarlamentare Castaldo scrive dodici pagine, di cui Il Giornale è entrato in possesso grazie a un attivista grillino, dense di accuse contro Conte. «Pensavamo di poter essere ispirati da un Conte. E invece siamo solo tiranneggiati da un barone», scrive il pentastellato nel documento. Poi denuncia di essere stato «epurato» dalla guida del Comitato Affari Esteri del M5s dopo un'intervista a Il Foglio in cui attaccava la Russia e la Cina e dopo le sue critiche alla leadership contiana. Bordate al «Prof. Avv. Giuseppe Conte», che «non ricerca il potere per agire, ma agisce per ricercare il potere». E poi i «conflitti di interesse». Una notizia interessante riguarda il deputato foggiano Alfonso Colucci.

Notaio, amico e concittadino di Conte, eletto in Lazio nel listino bloccato dell'ex premier, è stato nominato dal leader come unico Organo di Controllo chiamato a vigilare sul rispetto dello Statuto e dei regolamenti del M5s. Una funzione «indipendente», secondo lo stesso statuto contiano. «Un controllato che è anche controllore», secondo Castaldo.

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