In principio fu la Smart di Matteo Renzi. Poi l'autobus di Roberto Fico. Infine il taxi di Giuseppe Conte. L'auto blu, e la scorta, sono il simbolo della casta che i politici di oggi cercano in tutti i modi di allontanare. E in questi due giorni il premier incaricato, tra la salita al Colle e l'incontro con il governatore della Banca d'Italia Ignazio Visco, ha dimostrato di essere attento anche a questi particolari.
Il giurista infatti si sta muovendo da un palazzo all'altro con il taxi. A seguirlo, però, c'è sempre la scorta (come è normale quando si tratta di una persona dal ruolo istituzionale). E così sono subito scattate le polemiche. "Conte inizia all'insegna della propaganda più becera e farlocca - attacca Michele Anzaldi, deputato Pd - Va in giro in taxi con al seguito ben tre auto di scorta, pensando quindi di prendere in giro gli italiani quando peraltro più di un romano sa che di solito gira in maserati o in jaguar".
La critica dell'onorevole dem è durissima e va a colpire anche la poca "indipendenza e autonomia" del premier incaricato rispetto ai due soci di maggioranza del governo: Luigi di Maio e Matteo Salvini.
"Annuncia risarcimenti ai truffati delle banche - scrive su Facebook Anzaldi - quando i soldi e le leggi per quei risarcimenti, compreso il mandato all'Anac di Cantone per gli arbitrati, sono stati già messi in campo dai governi Renzi e Gentiloni, con 167 milioni di euro già liquidati per i risparmiatori delle 4 banche, 14mila istanze liquidate su 16mila arrivate, come certificano i dati del Mef. Altro che indipendenza e autonomia, con questi primi passi di bassa propaganda il premier incaricato dimostra tutta la sua sudditanza ai diktat di Lega e M5s".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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