Roma Confermate due novità nella versione bollinata dalla Ragioneria dello Stato del decreto Dignità, che ormai ha assunto una sua forma definitiva: la stretta sui contratti a termine e quella sui giochi, con lo stop a qualsiasi pubblicità. Ma un passo indietro il governo lo ha fatto modificando, come auspicato dalla Lega, la bozza precedente del capitolo sui contratti stagionali, che potranno essere rinnovati e prorogati anche in assenza delle causali.
Mentre il decreto attende la firma del Quirinale e la successiva pubblicazione in Gazzetta ufficiale, i sindacati sono sul piede di guerra ora che il ministro del Lavoro e dello Sviluppo economico, Luigi Di Maio, ha ceduto al pressing leghista sui voucher, destinati a rientrare nel testo con un emendamento prima che venga blindato con la fiducia al Senato. Di Maio ha aperto alla reintroduzione dei buoni lavoro, che prima considerava una «forma di schiavitù», per i lavori domestici, per il settore agricolo e forse per il turismo, ma dovrà vedersela adesso con la mobilitazione sindacale già annunciata per il prossimo 24 luglio. «Mi stupisce che il ministro, che dice di volersi battere contro lo sfruttamento e per la stabilità del lavoro, possa aprire ai voucher», commenta la segretaria generale della Cgil, Susanna Camusso. Quanto alle voci di attriti nel governo gialloverde sui voucher, ci pensa il ministro delle Politiche Agricole Gian Marco Centinaio a smentire: «Nessun litigio, ma un confronto».
La stretta sui contratti a termine, che però non vale nella pubblica amministrazione, costa allo Stato in termini di coperture finanziarie 17,2 milioni nel 2018, 136,2 milioni nel 2019 e 67,1 nel 2020 per un totale di 220 milioni di euro. Cifra che sale a oltre 700 milioni al 2027. Sarà l'Inps a fare da garante «sui saldi di finanza pubblica», provvedendo al monitoraggio trimestrale delle maggiori spese e minori entrate per le modifiche ai contratti precari, i cui risultati saranno trasmessi al ministero del Lavoro e al Mef. Di Maio ha comunque annunciato che durante l'esame in Parlamento «verranno inseriti incentivi per i contratti a tempo indeterminato».
Nel testo di 17 pagine del decreto ci sono novità importanti anche sul gioco d'azzardo, che hanno già messo sul piede di guerra gestori e mondo del calcio. Dal 2019 sarà vietato pubblicizzarlo, così come le scommesse. Dal divieto sono esclusi le lotterie nazionali e i loghi sul gioco sicuro e responsabile dell'Agenzia delle Dogane e dei monopoli. Ai contratti in essere resta invece applicabile la normativa precedente la pubblicazione del decreto fino al 30 giugno del prossimo anno. Sono previste severe sanzioni per i trasgressori e l'autorità competente sarà l'Agcom. Per coprire i mancati introiti delle pubblicità sulle scommesse aumenterà il prelievo erariale su slot machines e videolotteries, che viene fissato rispettivamente al 19,25 per cento e al 6,25 per cento dell'ammontare delle somme giocate a decorrere dal 1 settembre 2018 e al 19,5 per cento e al 6,5 per cento per quelle a partire dal 1 maggio 2019.
Il governo ha inoltre modificato le coperture per l'abolizione dello split payment per i professionisti. I 35 milioni necessari per il 2018 deriveranno dall'aumento delle entrate previsto con la maggiorazione del Preu su slot e vlt.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.