Roma - Non è un mistero che ci sia una lunga fila alle porte di Arcore e di Piazza San Lorenzo in Lucina. I transfughi passati su altre sponde nel corso della legislatura, con l'approssimarsi della scadenza elettorale tornano a cercare un posto sul carro di Silvio dove ormai ci sono solo posti in piedi. In Area Popolare la fibrillazione è massima, il numero dei dubbiosi aumenta di settimana in settimana e anche tra fittiani e verdiniani si moltiplicano i tentativi di rientro (secondo Repubblica Berlusconi avrebbe parlato anche con lo stesso Denis Verdini). L'ultimo caso è stato quello di Nino Germanà in Sicilia, consigliere regionale che non ha digerito l'accordo a sinistra stipulato con il Pd da Angelino Alfano.
La gestione del flusso di rientro non è affatto facile. Silvio Berlusconi è attestato su una linea aperturista. L'indicazione generale è stata ribadita anche ai capigruppo Renato Brunetta e Paolo Romani: porte aperte per chi vuole tornare in Forza Italia, tanto più se alla fine dovesse prevalere una legge elettorale con quota maggioritaria e collegi. Il presidente di Forza Italia si è anche offerto di incontrare personalmente i dubbiosi e gli incerti - come già ha fatto con diversi di loro - superando così con un intervento dall'alto le perplessità di alcuni coordinatori regionali che vedono come il fumo negli occhi il rientro di alcuni «ex». Dal punto di vista locale, infatti, farli tornare significa incassare le proteste e i malumori di chi è sempre rimasto fedele e ora teme di essere scavalcato dal figliol prodigo. Il presidente di Forza Italia, comunque, assicura che rientreranno da soldati semplici. Inoltre non è chiaro neppure il contenitore che dovrebbe accoglierli.
Per qualcuno potrebbero schiudersi le agognate porte di Forza Italia («bisogna capire chi porta davvero consensi e chi ce li fa perdere sul territorio», suggerisce un big azzurro), per altri potrebbe esserci l'opzione «quarta gamba», ovvero il grande contenitore centrista- liberal-cattolico a cui sta lavorando l'ex ministro Enrico Costa, insieme a molti altri dirigenti politici e che dovrebbe presentarsi come una sorta di grande lista civica interforze. Nel partito però c'è preoccupazione perché «se si vince in Sicilia questo flusso diventerà un'onda inarrestabile».
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