Aprire le ali e volare potrebbe sembrare piccola cosa, ma non lo è. «Le aquile non volano a stormi», cantava Battiato. E quello di Lola è un percorso importante «nell'incerto cammino del ritorno». Perché, per la prima volta da quando la specie è intensamente sorvegliata, un'aquila di Bonelli guarda fuori dalla porta di casa per capire se può andare a nidificare altrove.
Lola spicca il volo e dalla Sicilia arriva alle Egadi. Il viaggio perlustrativo di queste aquile dalla macchia bianca sul dorso, nelle terre in cui hanno volato in passato, è un grande risultato. Lola appartiene a una specie molto rara, in via di estinzione: in tutta Italia, ora, sono solo 44 le coppie nidificanti di aquile di Bonelli, o aquile fasciate. Prima questi esemplari si trovavano nei cieli di altre regioni del Sud Italia, da cui però sono scomparsi. Per questo ora in Sicilia ci si gioca l'esistenza della specie nell'intero Paese. Quello di Lola è un volo di ricerca e di ispezione, un volo che restituisce qualcosa che è stato tolto. Un viaggio esplorativo al di fuori della zona dove solitamente vive questo esemplare di rapace, un esperimento importante anche perché è stato tracciato nella sua interezza con un dispositivo Gps ad alimentazione solare.
La Sicilia è la regione più importante per la sopravvivenza di tre specie di aquile fasciate a rischio di scomparsa: l'aquila di Bonelli, il Capovaccaio (un piccolo avvoltoio) e il Falco Lanario. Queste tre specie rappresentano il focus del progetto Life ConRaSi, sostenuto dalla Commissione europea, promosso e coordinato dal Wwf Italia, che coinvolge la Regione Sicilia e l'associazione spagnola Grefa. Prima dell'avvio del programma c'erano diver criticità: «Quello che succedeva fino al 2010 era che gli ornitologi studiavano la popolazione e verificavano che gli individui da avvistare diventavano sempre di meno - spiega Antonio Pollutri, responsabile di progetto del Wwf Italia -. Grazie al lavoro del Gruppo tutela Rapaci casualmente si è potuto appurare che l'Aquila di Bonelli aveva intrapreso una strada verso l'estinzione dovuta al prelievo illegale di uova e pulcini dai nidi. La rarità di questa specie e il rischio di perderla non era legato a incisive quanto incomprensibili cause naturali, ma a problemi generati dall'uomo. Uova e pulcini venivano rubati dai nidi per essere introdotti in un circuito di compravendita o detenzione illegale». Lo scopo era alimentare il mercato clandestino di animali rari o utilizzarli per la falconeria. Con la sorveglianza dei nidi in periodo di riproduzione questo fenomeno è diminuito e le aquile sono tornate a ripopolare il territorio.
Dall'avvio del progetto le aquile di Bonelli hanno fatto grandi progressi e le popolazioni sono aumentate del 35 per cento. Rispetto al 2016, si sono aggiunte tre coppie di aquile alla popolazione presente in loco. Nel 2018, su 44 coppie, 26 hanno portato a termine la riproduzione, facendo involare 39 giovani aquilotti: un incremento di 6 esemplari rispetto al 2017 e di 11 esemplari rispetto al 2016. Si tratta del maggior numero di esemplari involatisi dal 1990. E questo è un segnale che si sta facendo bene.
Tornando a Lola, sono tre le isole perlustrate alla ricerca di un posto dove magari un giorno tornare e nidificare.
Il volo di Lola, la prima aquila fasciata ad aver lasciato la Sicilia per un viaggio esplorativo dopo tanto tempo, è un piccolo volo per un'aquila, ma il primo grande passo per la sua specie. Un passo che segna il «cammino del ritorno».
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