Coronavirus

Coronavirus, Renzi: "Bisogna riaprire le fabbriche subito"

Il leader di Italia Viva parla di rischio per il sistema produttivo italiano

Coronavirus, Renzi: "Bisogna riaprire le fabbriche subito"

"Ho l'impressione che in troppi non si rendano conto del disastro economico e occupazionale che rischiamo". L'ex premier e leader di Italia Viva Mattero Renzi prende nuovamente posizione sul lockdown, prorogato dal governo fino al 3 maggio, ribadendo il rischio, però, che senza avviare la fase 2 si rischia di far saltare il "Sistema produttivo, e quello italiano rischia più degli altri".

L'ex segretario del Pd si appella all'esecutivo, anche se più che un appello pare un quasi ultimatum. Per il leader di Iv occorre ripartire il prima possibile e, quindi, "Bisogna riaprire subito. Con tutti i dispositivi di sicurezza, ma subito".

"Io sono felice della riapertura delle librerie - dichiara Renzi - ho detto in Senato che le librerie sono farmacie dell'anima e che non avremmo nemmeno dovuto chiuderle, come le edicole. Ma quando penso alla ripartenza - continua il fondatore di Italia Viva - penso alle fabbriche non alle cartolerie". Così, l'esponente della maggioranza evidenzia quanto sta accadendo in Europa, dove parte del tessuto produttivo non è stato bloccato: "Perché Pasini può produrre acciaio in Germania e non in Italia? Perché la Fila può preparare matite in Francia e non in Italia? Perché la Saxa Gres di Borgomeo e migliaia di piccole e medie imprese perdono quote di mercato perché i competitor europei sono aperti e noi no? Gli europei, noni coreani. Bisogna riaprire. Ci sono oltre cento morti tra i medici: le fabbriche ben gestite sono più sicure degli ospedali e delle case di riposo", ha detto Matteo Renzi.

Per l'ex presidente del Consiglio si poteva e doveva fare di più: "Non mi arrendo, io combatto. Sono stato il primo a porre il tema della riapertura in sicurezza. Eppure mi sono preso dell'irresponsabile e persino le associazioni di categoria sono state in silenzio. In realtà siamo già in ritardo. Restando chiusi in casa alla fine moriremo di fame, non di Covid. Basta burocrazia e codici Ateco. Rovesciamo il ragionamento: chi è in regola con mascherine, guanti e distanze di sicurezza può riaprire. Qui non si tratta di inseguire il profitto, qui si tratta di salvare i posti di lavoro. L'Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro, non sul reddito di cittadinanza sulla cassa integrazione".

Poi, dalle pagine de Il Sole 24 Ore l'ex premier stempera gli animi, e esprime il proprio appoggio al ministro dell'Economia Gualtieri sulla posizione dell'Italia in Europa:"Il Ministro Gualtieri ha agito bene e con lui anche Paolo Gentiloni. Il punto centrale è uno: senza la Banca Centrale Europea l'Italia sarebbe già al default. Utilizzare il Coronavirus per attaccare l'Europa dunque è folle. L'Europa è la nostra salvezza, non il nostro problema. Quanto al premier: mi sembra paradossale che Conte usi sul Mes lo stesso linguaggio populista di Salvini e Meloni. Spero che cambi idea. Perché il Mes senza condizioni può essere molto utile.

Inviteremo Conte in Parlamento e ascolteremo ciò che avrà da dirci".

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