Così blocchiamo gli immigrati (ma solo quelli che lavorano)

Il decreto flussi in ritardo impedisce le assunzioni dei lavoratori stagionali. Gravi danni per l'agricoltura

Così blocchiamo gli immigrati (ma solo quelli che lavorano)

Roma Porte aperte agli immigrati clandestini, ingressi con il contagocce per gli stranieri che vengono regolarmente chiamati in Italia dalle aziende.

Anche quest'anno il decreto flussi, il provvedimento che serve a stabilire quanti e quali stranieri possono entrare in Italia a seconda delle esigenze delle aziende che li vogliono assumere, è in ritardo di almeno tre mesi. Il ministero del Lavoro avrebbe dovuto vararlo in dicembre ma fino a ieri non ce n'era traccia. Arrivati a questo punto, spiega Claudia Merlino responsabile relazioni sindacali della Confederazione italiana agricoltori, «è una situazione di emergenza». Difficile per le aziende programmare (e fare i bilanci) senza sapere se riusciranno a fare entrare in Italia i lavoratori stagionali di cui hanno bisogno. Un problema per l'agricoltura, ma anche per il turismo.

«Spesso si tratta di persone di fiducia, che tornano nella stessa azienda e conoscono il mestiere», aggiunge. Il ritardo del governo potrebbe comprometterne l'assunzione, anche perché, una volta varato il decreto, servono come minimo altri 40 giorni per mettere a punto la procedura che si conclude con il click day, cioè con il giorno delle domande online, accettate in ordine di arrivo. Questo è l'altro punto critico di una normativa che sembra scoraggiare l'immigrazione regolare. Negli anni scorsi sono emersi vari casi di richieste online che poi non si sono tradotte in contratti di lavoro. Richieste fittizie o una sorta di bagarinaggio degli ingressi che finisce per penalizzare le aziende italiane e i lavoratori stranieri. Paradossale, commenta un imprenditore del turismo, che tutto questo avvenga in un Paese nel quale è facilissimo entrare da clandestini.

Un sito specializzato (Stranieriinitalia.it) ieri ha anticipato alcune cifre che dovrebbero essere previste dal decreto. Sono circa 17 mila nuovo ingressi per gli stagionali, per il 60% da destinare alle attività agrarie e per il restante 40% al settore turistico alberghiero. Poi ci sono 500 lavoratori specializzati e anche 100 ingressi per lavoratori di origine italiana. Tutti regolari, in attesa di una decisione del governo e appesi alla lotteria del click day.

Ieri il commissario europeo per gli Affari interni Dimitris Avramopoulos ha illustrato il rapporto sulle politiche per l'immigrazione. E il ministro dell'Interno è intervenuto in Parlamento ad un convegno, rivelando che nei primi due mesi del 2017 gli sbarchi sulle coste italiane «sono il 50% in più rispetto» al 2016.

Italia e Grecia «restano sotto pressione» e i paesi europei devono quindi «accelerare i rimpatri», pena le sanzioni, ha confermato Avramopoulos.

Secondo le stime della Commissione, in Europa sarebbe presente un milione di migranti irregolari da rimpatriare. Il paese che dovrebbe realizzare il maggior numero di rimpatri è la Germania, anche se ci sono dei limiti per effettuali verso Siria e Iraq. Poi l'Italia. Rischiano sanzioni i paesi che non accettano la ricollocazione, ma - e questa è una delle novità di ieri - anche quelli che non fanno rimpatri.

La Commissione ha chiesto agli stati membri di non opporsi alla possibilità di sottoporre a misure detentive anche i minori, in vista di provvedimenti di rimpatrio. «Per avere rimpatri efficaci, si potrebbe dover ricorrere alla detenzione anche nel caso di minori non accompagnati o di bambini», ha spiegato una fonte di Bruxelles.

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