Così il governo svende le opere d'arte all'estero

Un emendamento presentato da alcuni senatori Pd con l'appoggio del Mibact mette a rischio migliaia di opere d'arte che rischiano di essere esportate e regalate agli stranieri

Così il governo svende le opere d'arte all'estero

Le opere d'arte italiane svendute ed esportate all'estero per aumentarne proporzionalmente il valore? Sembrerebbe uno scenario da incubo per un Paese come l'Italia che è uno scrigno di tesori come nessun'altro al mondo. Ma si tratta di uno scenario che potrebbe presto tramutarsi in realtà.

Le associazioni e gli esperti di beni artistici e culturali sono infatti sul piede di guerra contro un emendamento molto particolare al ddl 2085 sul mercato e la concorrenza allo studio in questo momento della Commissione Bilancio del Senato e proposto da una serie di onorevoli del Pd insieme agli uffici del ministero di Dario Franceschini.

Nell'emendamento si propone essenzialmente di liberalizzare di molto le restrittive norme all'esportazione di opere d'arte, con l'obiettivo dichiarato di favorirne il commercio con l'estero. Fino ad oggi per esportare opere d'arte realizzate oltre 50 anni fa e il cui autore non sia vivente occorreva un'apposita licenza rilasciata dal Mibact.

Con la nuova norma questa soglia verrebbe innalzata a 70 anni, mentre fra i criteri per stabilire la necessità o meno della licenza viene introdotta la valutazione economica delle opere (che non dovranno valere più di 140mila euro nel caso si tratti di quadri né più di 50mila euro per sculture e libri). Ma c'è un cavillo che lascia letteralmente a bocca aperta: per stabilire il valore delle opere basterà un'autocertificazione. Con l'implicito e ovvio rischio che in molti possano sottovalutare le opere in Italia per poi rivenderle a cifre maggiorate una volta esportate all'estero.

Contro la misura allo studio della maggioranza si scaglia un fronte compatto di associazioni ed

esperti, da Italia Nostra a Salvatore Settis. Che ottengono una difesa d'ufficio da parte del ministero: "L'obiettivo è bilanciare le necessità del mercato e quelle della tutela del patrimonio."

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