Draghi smantella la rete di Conte: tutte le teste saltate

Servizi segreti, Protezione civile, Cts e Rai: Giuseppe Conte, a mano a mano, saluta tutti i "suoi". La discontinuità imposta da Mario Draghi è totale

Draghi smantella la rete di Conte: tutte le teste saltate

Non è soltanto l'ex commissario straordinario Domenico Arcuri, che è indagato per peculato ed abuso d'ufficio per il caso delle mascherine cinesi, ad essere andato a casa: l'avvento di Mario Draghi a Palazzo Chigi ha spazzato via il contismo ed il suo spoil system, nel senso delle personalità piazzate durante la fase giallorossa in varie posizioni.

L'avvocato originario di Volturara Appula, come ogni premier ma in maniera difforme rispetto alla narrativa grillina, aveva sparpagliato i "suoi" o comunque poteva contare su un sistema di persone "amiche", nel senso politico del termine. Con il cambio di guardia dell'esecutivo, Conte ha subito la continuativa messa in discussone delle sue scelte, oltre che un evidente ridimensionamento, nonostante sia membro della maggioranza governativa.

Non è un caso che ieri, lamentandosi per la mancata lotizzazione in Rai e comunicando che il MoVimento 5 Stelle non avrebbe più preso parte alle trasmissioni Rai, Giuseppe Conte si sia chiesto che ruolo avesse giocato il governo. Il leader grillino lo ha dichiarato in conferenza senza troppi giri di parole. Che certa Rai avesse assecondato il contismo, in specie durante la fase pandemica, con le dirette in contemporanea (quelle in cui Conte era solito attaccare avversari politici, senza che questi ultimi potessero rispondere) e le presunte veline di Rocco Casalino, con tanto d'"immagini confezionate" che alcuni telegiornali avrebbero mandato in onda a cadenza alternata, non è un mistero. Il nuovo andazzo non può che non piacere a chi aveva altre abitudini.

Come ripercorso oggi da Repubblica, l'ex avvocato degli italiani ha dovuto salutare la "rete" che aveva costruito con fare certosino: "Un esercito di manager, 007 e direttori di Tg arruolato con un solo criterio: la fedeltà al capo, prima che alle istituzioni", si legge sul quotidiano diretto da Maurizio Molinari. Sono giorni - questi - in cui ci si domanda pure che ruolo abbiano avuto i servizi segreti durante la fase calante del governo giallorosso: la domanda è divenuta d'attualità anche per via del retroscena raccontato da Bruno Vespa nella sua ultima fatica letteraria, con Lorenzo Cesa, segretario nazionale dell'Udc, che sarebbe stato avvicinato in qualche modo da uno 0007. Il presunto fine? Convincere Cesa a sostenere un Conte ter o comunque evitare che i gialorossi cadessero, com'è poi accaduto. Comunque sia, pure il Dis, con Draghi, ha visto un cambio di guardia, con il passaggio Belloni-Vecchione.

La fonte citata ricorda pure quanto accaduto all'interno del Comitato tecnico scientifico. Lo stesso che ha accompagnato la narrativa contiana. L'ex premier giallorosso e giallovere, rispondendo a Matteo Renzi sulla sfida televisiva in cui entrambi avrebbero potuto porre vicendevoli domande, ha detto di non prendere parte a show, ma quanto accaduto in termini mediatici durante la pandemia dimostra con decisione il contrario. Al netto di questo, pure in seno al Cts Mario Draghi ha voluto ed ottenuto una svolta radicale. Stesso discorso vale per la Protezione civile.

Giuseppe Conte oggi si sbraccia sulla Rai.

Forse perché pensava che appoggiare Draghi tutelasse le scelte che furono sue. Ma il presidente del Consiglio, per motivi che sono evidenti ai più, ha optato per una discontinuità assoluta con gli esecuitivi precedenti al suo. E a Conte è rimasta la "lagna".

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