Per un po' il Csm è rimasto alla finestra a monitorare. Senza intervenire, per evitare invasioni di campo o interferenze che in una vicenda così delicata come quella dell'indagine Consip rischiavano di essere interpretate come un modo per spalleggiare qualcuno dei protagonisti eccellenti, Matteo Renzi e suo padre Tiziano in primis.
Adesso, però, dopo tutto quello che è accaduto nell'inchiesta sulla centrale acquisti della pubblica amministrazione e che ha fatto finire in secondo piano l'episodio di corruzione da cui era partita, il Consiglio Superiore della Magistratura ha deciso che è arrivato il momento di prendere in esame le presunte irregolarità che sarebbero state commesse nell'indagine Consip e in un'altra, quella sulla Cpl Concordia e sulla metanizzazione dell'isola di Ischia, che oltre ad avere lo stesso magistrato titolare, il pm napoletano Henry John Woodcock, ha subito il medesimo trattamento: fughe di notizie a go-go, informative manipolate, intercettazioni penalmente irrilevanti finite sui giornali, scontri tra procure. Il Comitato di presidenza di Palazzo dei Marescialli ha investito del caso la prima commissione, quella competente sui trasferimenti d'ufficio dei magistrati per incompatibilità, dopo aver ricevuto una lettera del procuratore generale di Napoli, Luigi Riello, che esercita la vigilanza sulle toghe del distretto. I riflettori del Csm saranno puntati sulle modalità con cui Woodcock ha condotto le due inchieste (quella Consip è stata poi in parte trasmessa a Roma per competenza, ndr), costellate da identici incidenti di percorso. I relatori della pratica saranno i consiglieri togati Aldo Morgigni e Luca Palamara. «Finalmente il comitato di presidenza del Csm ha deciso di affrontare il caso Consip in prima commissione - ha commentato il consigliere laico Pierantonio Zanettin - I contenuti della pratica non sono noti, in quanto secretata, tuttavia il sollecito rivolto alla prima commissione a definire il fascicolo sulla questione Concordia, di cui avevo chiesto l'apertura nel 2015, unitamente alla trasmissione della informativa proveniente dalla procura generale di Napoli, costituiscono una svolta».
Finora il Csm si era tenuto fuori, pur avendo inizialmente ipotizzato di istruire una pratica sul presunto scontro tra la Procura di Napoli e quella di Roma dopo che i pm della capitale avevano deciso di aprire un fascicolo per fuga di notizie sui carabinieri del Noe, la polizia giudiziaria di riferimento di Woodcock, revocandogli la delega di indagine, mentre il magistrato napoletano gli aveva confermato l'incarico e la fiducia. Poco dopo la svolta da Roma, con l'indagine per falso nei confronti del capitano del Noe Giampaolo Scafarto, sospettato di aver alterato un'informativa, e per depistaggio nei confronti del vicecomandante del nucleo, Alessandro Sessa.
I riflettori del Csm punteranno inevitabilmente anche sulle intercettazioni, non agli atti, che qualche manina ha fatto finire sui giornali. Nella vicenda Consip si tratta della conversazione privata tra Matteo Renzi e Tiziano senior, in cui l'ex premier sollecitava il padre a dire la verità. Pur non avendo alcuna rilevanza penale è arrivata a Il Fatto Quotidiano, lo stesso giornale che ne pubblicò un'altra ugualmente inutile ai fini dell'indagine nell'ambito dell'inchiesta Cpl Concordia, fra il generale della Finanza Michele Adinolfi e ancora Renzi, in cui il segretario del Pd dava dell'«incapace» a Enrico Letta.
Un'inchiesta diversa con analogie impressionanti, sempre targata Woodcock e condotta dal suo uomo del Noe preferito, il solito Scafarto. Su tutto questo già da domani la prima commissione comincerà gli accertamenti istruttori.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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