Coronavirus

Cummings in fuga con sintomi da virus imbarazza Johnson. ll governo nel caos

Il consigliere politico del premier non ha rispettato l'isolamento andando dai genitori. La difesa di Downing Street e ministri. Ma l'esecutivo rischia

Cummings in fuga con sintomi da virus imbarazza Johnson. ll governo nel caos

Londra Lo scoop è del Daily Mirror e del Guardian e potrebbe portare a un terremoto nel governo inglese. Venerdì sera i due giornali hanno rivelato che Dominic Cummings, il principale consigliere politico del primo ministro Boris Johnson, non ha rispettato l'autoisolamento di 14 giorni obbligatorio per chi, come Cummings, mostrava i sintomi di coronavirus.

Dopo l'annuncio di Downing Street, venerdì 27 marzo, della positività al CV19 di Johnson, Cummings viene ripreso mentre sgattaiola lesto fuori dalla residenza del primo ministro. «Stava venendo a casa ad accudire me», avrebbe poi scritto la moglie Mary Wakefield, giornalista dello Spectator, cui era stato diagnosticato il virus. Lo stesso Cummings quello stesso weekend riporta sintomi congruenti col CV19 ed entra in isolamento obbligatorio, per 14 giorni, come previsto dalla legge entrata in vigore il 26 marzo. Solo che l'isolamento non viene condotto nella loro casa di Londra, la coppia guida a Nord per circa 400 chilometri, destinazione Durham, dove vivono i genitori e la sorella di Cummings. La polizia di Durham ha confermato la storia, già martedì 31 marzo era a conoscenza di un londinese che non aveva rispettato il lockdown ed era entrato in città viaggiando dalla capitale. Il motivo del viaggio è al centro della difesa imbastita ieri dal governo che sta cercando di proteggere uno dei suoi elementi più importanti: Cummings e la moglie hanno agito per proteggere il loro figlio di 4 anni, nel caso entrambi si fossero aggravati non ci sarebbe stato nessuno ad accudire il bambino.

«Ho fatto la cosa giusta», ha fugacemente detto ieri Cummings ai giornalisti appostati fuori dalla sua casa londinese. Non è dello stesso avviso la polizia di Durham che in un comunicato stampa ha dichiarato che «viaggiare a Durham sapendo di essere infetti è stato imprudente» comportamenti simili non aiutano a battere il virus e fiaccano la volontà delle persone di rispettare le leggi». Il governo inglese si è schierato compattamente in difesa di Cummings, a suo favore durante la giornata sono intervenuti il ministro degli esteri Raab, Michael Gove e altri esponenti. Tutti a ribadire che la condotta di Cummings è stata adeguata alle circostanze, ha agito da buon padre di famiglia. Il comunicato ufficiale di Downing Street recita che «era essenziale per Cummings assicurarsi che suo figlio potesse essere accudito. Sua sorella e i nipoti si sono offerti di aiutare così la coppia si è isolata in un edificio vicino, ma separato dal resto della famiglia allargata». La spesa veniva acquistata dalla sorella e lasciata fuori dalla porta. Una presa di posizione che però stride con le linee guida governative che recitavano: se tu o qualcuno con cui vivi ha sintomi di coronavirus non lasciare casa per alcuna ragione. Se hai bisogno di cibo o medicine, ordinale online o al telefono o chiedi a qualcuno di portartele. Un'indicazione perentoria cui subito si è aggrappata l'opposizione per chiedere compatta le dimissioni del consigliere di Johnson. L'opinione pubblica, come la politica, si è spaccata in due tribù, da un lato chi difende le preoccupazioni famigliari di Cummings, dall'altro chi invece protesta per una legge che non sembra più uguale per tutti, anche guardando alle prese di posizione governative. Il 6 maggio Neil Ferguson, uno dei massimi consiglieri scientifici del governo, fu costretto a dimettersi per avere incontrato ripetutamente l'amante durante il lockdown.

Politicamente il governo rischia molto, Cummings è una pietra portante del nuovo conservatorismo johnsoniano. La sua difesa potrebbe richiedere molte energie e distrarle dalla pandemia. Il Paese non sa ancora come entrare nella fase 2, impone la quarantena per quelli che arrivano dall'estero sconfessando due mesi di apertura dei confini.

Con la Francia che ha già annunciato che a sua volta imporrà la quarantena a chi arriva dal Regno Unito.

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