Guerra in Ucraina

Dagli Eurofighter alle fregate: l'Ucraina ora alza la posta. Ma gli Usa frenano sugli F-16

Kiev: "Mosca si ferma con armi adeguate". La Casa Bianca: "Contatti sui caccia ma no a nuovi annunci". I timori delle cancellerie

Dagli Eurofighter alle fregate: l'Ucraina ora alza la posta. Ma gli Usa frenano sugli F-16

«Adesso abbiamo bisogno anche di F-16, F-35, Eurofighter, Tornado e navi da guerra», è il libro dei sogni del viceministro degli Esteri ucraino, Andrij Melnyk. Dopo aver rotto il tabù della fornitura di moderni carri armati occidentali Kiev alza la posta e snocciola, con qualche dichiarazione mirata, la nuova lista di armamenti.

Lo stesso presidente Volodymyr Zelensky dopo i timori di escalation per il via libera ai tank - ieri ha detto che ne servono 300 o 500 - sostiene che «l'aggressione russa può e deve essere fermata solo con armi adeguate. Armi sul campo di battaglia, armi che proteggono i nostri cieli». Una richiesta, quella di caccia F-16, che non sorprende la Casa Bianca. «Siamo in contatto con Kiev», spiega il capo della Comunicazione del Consiglio per la Sicurezza nazionale, John Kirby. Ma al momento «non ci sono annunci da fare».

In realtà gli ucraini avevano chiesto fin dall'inizio, quando l'aviazione è stata decimata nei primi giorni dell'invasione, l'invio di caccia F-16 americani. Anche gli F-15 possono andare, ma il vero problema è che ci vogliono i piloti in grado di far volare con successo i caccia bombardieri in missioni di guerra. «Per formare un pilota combat ready per caccia di quinta generazione come l'F 35 e pure sugli F-16 ci vogliono tre anni», spiega un ex ufficiale che lavora nell'industria aeronautica militare. L'Ucraina ha piloti abituati ai velivoli di stampo russo come i Mig e i Sukhoi. «È come passare dalla 500 ad una Ferrari - osserva la fonte del Giornale - A parte le ali che hanno lo stesso funzionamento la strumentazione e l'armamento sono completamente diversi». Per non parlare del problema della struttura di supporto, i pezzi di ricambio e la logistica necessari per i caccia occidentali. «L'unica alternativa sarebbe arruolare piloti e tecnici occidentali esperti che dovrebbero prendere la cittadinanza ucraina se non si vuole far scoppiare la terza guerra mondiale», osserva l'ex ufficiale dell'Aeronautica militare.

Anche se questi ostacoli venissero superati i russi punterebbero subito a incenerire i caccia occidentali considerandoli una minaccia prioritaria per eventuali raid in profondità sul proprio territorio e soprattutto in Crimea. Ben peggio dell'escalation dettata dai carri armati. L'ex ambasciatore a Berlino ha parlato anche di caccia di quarta generazione come gli Eurofighter e i più vecchiotti Tornado progettati negli anni settanta. Quest'ultimo è un caccia multiruolo più economico degli altri, che costa sui 30 milioni di euro, ancora in linea nella nostra Aeronautica militare. L'Eurofighter vale fino a 100 milioni di euro come l'F-35 dell'americana Lockheed Martin costruito in sinergia con Leonardo, il colosso italiano dell'industria bellica.

Yuriy Sak, consigliere del ministro della Difesa ucraino, ha confermato che l'Ucraina punta a ottenere la fornitura di cacciabombardieri F-16 da parte dei Paesi occidentali, dopo aver superato le loro resistenze e ottenuto l'invio dei carri armati. «Di ogni tipo di arma che richiediamo avevamo bisogno già ieri», sottolinea Sak. Da Berlino, dopo il sofferto sì ai Leopard 2 la portavoce di Olaf Scholz chiarisce senza lasciare dubbi: «Il cancelliere tedesco ha già detto al Bundestag (il Parlamento tedesco nda), molto chiaramente, che fin dall'inizio i caccia bombardieri non sono in gioco».

Il viceministro degli Esteri ucraino durante il suo mandato in Germania come ambasciatore ha duramente polemizzato con il governo per la ritrosia a fornire armi avanzate. Melnyk ribadisce che oltre ai caccia bombardieri «stiamo parlando di navi tedesche, alcune fra le migliori al mondo, che sono urgentemente necessarie per proteggere le coste dal Mar Nero a quello di Azov». Le flotte europee combattono con la coperta troppo corta dei bilanci per tenere la flotta al passo dei tempi.

Le unità eventualmente a disposizione sarebbero quelle verso il disarmo. E nonostante la bravura dei marinai ucraini non sarebbe facile gestirle in guerra contro la flotta russa del Mar Nero

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