Conte superstar. Ieri, alla parata lungo i Fori imperiali, in occasione dei festeggiamenti per il 2 giugno, il neo presidente del Consiglio non si è risparmiato selfie con i cittadini per la prima uscita pubblica del nuovo esecutivo. Dopo un caffè in piazza dell'Ara Coeli con il presidente della Camera, Roberto Fico, il premier si è incamminato con lui verso il palco presidenziale, non negandosi di fronte a chi gli chiedeva una foto o una stretta di mano. «Non ho la bacchetta magica, ma ce la metterò tutta», ha risposto a chi gli chiedeva di impegnarsi per riportare il Paese a un livello accettabile.
«Ho avuto un cordiale scambio telefonico con la cancelliera tedesca Angela Merkel: ci siamo dati appuntamento al G7 fissato per la settimana prossima in Canada, nel corso del quale avremo anche un incontro bilaterale» ha poi scritto su Facebook per confortare gli animi, annunciando di aver anche accolto l'invito ad andare quanto prima a Berlino. Conte, come già il giorno del suo primo, mancato incarico, ha avuto anche uno scambio telefonico con il presidente francese Emmanuel Macron: «auguri» per la Festa della Repubblica.
Luigi Di Maio, Matteo Salvini e tutti gli altri membri del governo hanno dato segno di grande compostezza, nonostante qualcuno abbia insinuato che il ministro dell'Interno non abbia applaudito al passaggio della bandiera europea. Qualche critica solo a Fico. Conte, però, è apparso composto e rispettoso di chi gli sfilava davanti. «Oggi - ha detto - è la festa di noi tutti, auguri». Una signora gli ha ricordato: «Mio figlio è stato suo studente all'Università. E lui ha riposto: «Allora sarà bravissimo».
Il premier ha avuto modo di conversare anche con alcuni sindaci presenti alla parata, lontano dai giornalisti. Ma a qualcuno i suoi discorsi non sono sfuggiti. «Vengo dalle zone terremotate - ha detto una prima cittadina - da Amatrice e dintorni. Non dimenticatevi di noi». E lui dal palco d'onore ha risposto: «Ho in mente per voi una sorpresa, un'iniziativa. Ci pensavo in questi giorni. Non vi dico ancora niente. Ma vedrete che vi piacerà», ricordando, poi, le difficoltà «della pubblica amministrazione». Prima di andarsene si è soffermato a parlare con tutti coloro che glielo chiedevano, quasi a dire «sono uno di voi». Un debutto che ai più è piaciuto, soprattutto per il rispetto riservato alla tradizione militare. Un rispetto che non si vedeva da anni.
Conte ha mostrato umiltà: «Non fatemi i complimenti adesso, non ho fatto ancora nulla. Spero che me li possiate fare dopo. Finora sono state fatte troppe chiacchiere, ora bisogna fare i fatti», ha tenuto a dire. E poi ha aggiunto: «Tenete duro, teniamo duro». Parole ribadite, nel corso della manifestazione, anche dal ministro dell'Interno, Matteo Salvini, il quale ha detto: «È il momento di lavorare. Domani (oggi, ndr) andrò in Sicilia a parlare di soluzioni per l'immigrazione e presto incontrerò i ministri dell'Interno di altri Paesi per fare il punto sull'immigrazione». Un tema che dice di aver preso sul serio, come il taglio dei 5 miliardi di euro per l'accoglienza. Certo, a stonare è stata la contrapposizione tra i due diversi schieramenti di governo. Non si sono notati grandi slanci di entusiasmo tra ministri leghisti e ministri 5 stelle. Da una parte Salvini, dall'altra Di Maio. Due diversi pensieri che, ha fatto notare qualcuno, cozzano l'uno con l'altro, benché entrambi agganciati alla scia del populismo.
In mezzo a loro proprio Conte, il premier che fa da collante, che appena salito sul palco ha dato la mano a tutti, quasi a voler mostrare un senso di unità, nonostante la formula scelta non sia propriamente quella voluta dagli italiani. Se funzionerà o meno lo diranno il tempo e il consenso degli italiani. Ma per entrambi c'è da aspettare.
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