Cronache

Dall'Ema via libera al siero di Moderna. "Lunedì prossimo le dosi per l'Italia"

Il secondo antidoto al Covid approvato dalla agenzia europea del farmaco: efficacia al 94,1%. E rispetto a Pfizer può essere conservato in un frigo normale. Già oggi atteso l'ok pure dell'Aifa

Dall'Ema via libera al siero di Moderna. "Lunedì prossimo le dosi per l'Italia"

Nessun ritardo. Come da programma l'Agenzia Europea del Farmaco (Ema) ha dato il via libera ieri al vaccino contro il Covid-19 dell'azienda statunitense Moderna. In gergo tecnico si chiama «mRNA1273» ed è il secondo autorizzato nella Ue, dopo quello Pfizer-BioNTech con il quale il 27 dicembre è cominciata la campagna di vaccinazione europea. Una notizia che ha fatto chiudere in rialzo le Borse europee. Il vaccino Moderna ha dimostrato di avere un'efficacia del 94,1% e del 90,9% contro i casi gravi (compresi pazienti con malattie polmonari croniche, cardiache, obesità, malattie del fegato, diabete, Hiv). E ha il vantaggio, rispetto al concorrente Pfizer che deve essere mantenuto a -75 gradi, di poter essere conservato all'interno di comuni frigoriferi di casa per un massimo di 30 giorni e a temperatura ambiente fino a 12 ore.

«Il vaccino Moderna è sicuro ed efficace. Ora stiamo lavorando a tutta velocità per approvarlo e renderlo disponibile nell'Ue», ha subito twittato la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, spiegando che con questo farmaco l'Europa avrà 160 milioni di dosi. «Insieme a BioNTech-Pfizer, Moderna garantirà che 460 milioni di dosi saranno distribuite con velocità crescente nell'Ue», ha aggiunto Stella Kyriakides, commissaria Ue per la Sanità, auspicando che sia garantito anche un certo ritmo delle somministrazioni da parte degli stati membri. Le prime dosi arriveranno in Europa la prossima settimana, poi Moderna ne distribuirà 80 milioni nel primo trimestre del 2021. Dopo la valutazione da parte dell'Ema dei dati su qualità, sicurezza ed efficacia del vaccino, l'esecutivo europeo ha concesso un'autorizzazione condizionata all'immissione in commercio del farmaco Usa. Sul quale punta molto anche la Germania per incrementare la propria campagna di vaccinazione. Il ministro della Sanità tedesco, Jens Spahn, ha chiesto alla popolazione di pazientare sulle somministrazioni. «La verità è che il vaccino è un bene scarso in tutto il mondo», ha ammesso, spiegando che il ritardo nel piano è dovuto alla capacità di produzione limitata.

La Commissione Tecnico Scientifica dell'Agenzia italiana del farmaco (Aifa) si riunisce oggi per esaminare il dossier sull'autorizzazione all'immissione in commercio in Italia e per definire le modalità di utilizzo nel sistema sanitario nazionale. E già dalla prossima settimana dovrebbero arrivare le prime forniture anche nel nostro Paese: un milione e 300mila dosi nei prossimi tre mesi, con cadenza settimanale. A gennaio le prime 100mila, poi sempre di più. «Questo vaccino ci fornisce un altro strumento per superare l'attuale emergenza», ha affermato Emer Cooke, direttore esecutivo dell'Ema, che continuerà a monitorare i dati sulla sicurezza dell'antidoto per garantire una protezione continua. Come quello di Pfizer BioNTech, anche il vaccino sviluppato da Moderna in collaborazione con il National Institute of Allergy and Infectious Diseases diretto da Anthony Fauci, è a base di Rna. Una tecnologia innovativa, che ha debuttato proprio con i vaccini anti-Covid. Il farmaco contiene istruzioni genetiche per costruire una proteina del coronavirus, nota come spike. Quando viene iniettato nelle cellule, fa sì che queste producano proteine che poi vengono rilasciate nel corpo provocando una risposta dal sistema immunitario. La sperimentazione negli Stati Uniti ha coinvolto circa 30mila persone. I ricercatori hanno somministrato due dosi a distanza di 28 giorni. Il vaccino ha dimostrato di essere molto efficace nel contrastare le infezioni, mostrando una riduzione del 94,1% del numero di casi sintomatici nelle persone che hanno ricevuto il vaccino (11 su 14.134 hanno contratto il Covid), rispetto alle persone che hanno ricevuto il placebo (185 su 14.

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