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De Luca nella bufera

De Luca è indagato nell’ambito dell’inchiesta della Procura di Roma che vede coinvolti il suo capo segreteria Nello Mastursi e un giudice del Tribunale civile di Napoli, Anna Scognamiglio. Concorso in concussione per induzione

De Luca nella bufera

Concorso in concussione per induzione: è questa la sola ipotesi di reato per la quale sono indagati a Roma, come atto dovuto, il governatore della Campania, Vincenzo De Luca, il magistrato Anna Scognamiglio, giudice relatore del tribunale civile di Napoli nella fase di merito del ricorso d’urgenza presentato dallo stesso De Luca (contro il provvedimento di sospensione dalla carica di Presidenza della Regione Campania in base alla legge Severino), il marito del giudice Guglielmo Manna, gli intermediari Giorgio Poziello e Gianfranco Brancaccio, e poi Giuseppe Vetrano e Carmelo Mastursi, rispettivamente ex coordinatore delle liste a sostegno di De Luca e il capo della segreteria del governatore. È quanto precisa la Procura di Roma smentendo che le accuse contestate siano di corruzione e rivelazione del segreto d’ufficio.

Tuttavia, la bufera resta. De Luca ha annunciato una conferenza stampa questa mattina a Palazzo Santa Lucia, sede della Regione Campania, nella quale intende "chiarire ogni aspetto in relazione all’annunciata indagine nei miei confronti", dichiarando "senza alcun margine di equivoco la mia totale estraneità a qualunque condotta meno che corretta. È mia intenzione - ha aggiunto De Luca in un post su Facebook - fare in modo che si accendano su questa vicenda i riflettori nazionali, trovandomi nella posizione di chi non sa di cosa si stia parlando. Ho già dato incarico al mio avvocato per chiedere di essere sentito dalla competente autorità giudiziaria. Per me, come per ogni persona perbene, ogni controllo di legalità è una garanzia, non è un problema. E su questo, come sempre lancio io la sfida della correttezza e della trasparenza".

E in conferenza ha ribadito la sua posizione. "Sostengo pienamente l’azione della magistratura. Considero il controllo della legalità un bene per le persone oneste e una funzione essenziale in un Paese democratico . Non sono a conoscenza di nulla, di nulla. Leggo di questo Manna e devo dire sinceramente che non so chi sia, cosa faccia, non so dove viva".

Intanto, il Csm si appresta ad intervenire sul giudice del Tribunale di Napoli Antonina Scognamiglio, coinvolta nell’inchiesta. Il laico di Forza Italia Pierantonio Zanettin ha chiesto l’apertura di una pratica finalizzata al trasferimento d’ufficio del giudice. Dalle indagini invece emergono nuovi dettagli.

Vincenzo De Luca, "per il tramite di Giuseppe Vetrano e Carmelo Mastursi", sarebbe stato minacciato "di una decisione a lui sfavorevole da parte del tribunle civile di Napoli, con conseguente perdita della carica ricoperta" e per questo indotto "a promettere a Guglielmo Manna, sempre per il tramite dei due, la nomina a una importante carica dirigenziale nella sanità campana". È quanto si legge nel decreto di perquisizione che il 19 ottobre scorso è stato disposto dalla Procura di Roma nei confronti di tutti gli indagati, ad eccezione proprio di De Luca. La minaccia, secondo l’ipotesi formulata dal procuratore Giuseppe Pignatone e dai pm Giorgio Orano e Corrado Fasanelli, sarebbe partita da Anna Scognamiglio: il giudice relatore del tribunale civile di Napoli che si sarebbe occupato del ricorso De Luca contro la sospensione dalla carica prevista della Legge Severino, "abusando della sua qualità e dei poteri decisionali nella controversia giudiziaria", avrebbe agito in concorso con il marito Guglielmo Manna e con gli intermediari Giorgio Poziello e Gianfranco Brancaccio. La condotta contestata - è ancora l’ipotesi della Procura della Capitale - "è stata reiterata in occasione dell’udienza tenutasi presso il tribunale di Napoli l’11 settembre 2015 avente ad oggetto la legittimità del Decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri che aveva sospeso De Luca dalla carica di Presidente della Regione Campania". Il reato di concussione per induzione fa riferimento, dunque, ad un arco temporale che va da luglio al settembre scorso. Gli indagati, cui è stato notificato il decreto di perquisizione e sequestro, non hanno ritenuto di fare ricorso al tribunale del riesame di Roma.

Una vicenda che solleva da più parti richieste di dimissioni. "Lo dico da garantista convinta: le parole con cui De Luca ha spiegato, anzi non ha spiegato, il suo ruolo e la sua responsabilità politica, prima ancora che giudiziaria, nell'ambito della vicenda su cui è indagato sono sconcertanti", dice la senatrice di Forza Italia, Anna Maria Bernini, "Sconcertante è l'atteggiamento di un governatore che, in conferenza stampa, su una vicenda inquietante non risponde ai giornalisti ma si produce in monologo più simile all'imitazione di Crozza che allo standing che dovrebbe avere un uomo delle istituzioni in questi casi. Sconcertante è che De Luca dica di non sapere di una trattativa condotta a sua insaputa, dal cuore del suo gabinetto in nome e per conto suo su una sentenza che lo riguarda. Sconcertante è che non dica nulla sul perchè il suo braccio destro si sia dimesso, prima che trapelasse la notizia dell'indagine. In attesa degli sviluppi giudiziari non possiamo non esprimere una profonda inquietudine per un caso che offende la dignità delle istituzioni e su cui Renzi non parla. È la credibilità del paese la vera parte lesa di fronte all'arroganza del potere politico in Campania, non de Luca".

Ma De Luca tira dritto e si dichiara innocente. "Sto facendo training autogeno, mi sto autocontrollando.

Credo di aver dato ai giornalisti italiani più lavoro di Murdoch, mi aspetto di essere nominato cavaliere del lavoro ai nostri collaboratori rivolgo invece l’appello di sempre: keep calm".

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