Cronache

Demolito il ponte, la ricostruzione tarda

Giù il primo moncone. E il taglio del nastro entro il 2019? «Sarà nel 2020»

Demolito il ponte, la ricostruzione tarda

Genova Ore di attesa per intuire visivamente uno spostamento anche solo di pochi centimetri, un lavoro lento e delicato per calare a terra da 50 metri di altezza il primo tassello stradale da 36 metri di ponte Morandi ed entrare nel vivo di una demolizione destinata a cambiare lo skyline di Genova. Come in un puzzle al contrario, che si completa separando i pezzi, ha preso il via ieri a 178 giorni dal crollo lo smantellamento dal lato ovest di quel che resta di viadotto Polcevera, che nella tragedia del 14 agosto scorso ha trascinato con sé 43 vite.

Una giornata simbolo da cui inizia «il riscatto di Genova, della Liguria e dell'Italia», come l'ha definita il presidente del Consiglio Giuseppe Conte arrivato per assistere all'avvio dei lavori, ribadendo la vicinanza del governo e scandendo il cronoprogramma: «Nuovo ponte in piedi entro fine anno, inaugurazione entro i primi mesi del 2020».

Sotto un cielo blu senza nuvole, interrotto solo dal rosso fuoco delle gru da 90 metri e degli strand jack, Conte ha effettuato un sopralluogo al cantiere di demolizione, dove operano 60 tecnici delle ditte incaricate. Con lui il ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli, il sindaco e commissario Marco Bucci e il governatore ligure Giovanni Toti. Tempi serrati per un lavoro lungo: la rimozione è toccata per prima a una delle travi tampone, la sezione dell'impalcato da 800 tonnellate poggiata tra le pile 7 e 8 del troncone di ponente del viadotto che ha iniziato ieri il suo viaggio di 8 ore di discesa verso terra. Sorretta da un'intelaiatura di cavi d'acciaio e contrappesi è stata prima sollevata pochi centimetri, poi il taglio dei denti d'appoggio e la discesa al suolo a una velocità di 5 metri l'ora.

L'operazione che cancellerà il promemoria della tragedia della città per far spazio al nuovo, ha tenuto i genovesi con il naso all'insù per diverse ore, tra chi si è appostato fin dal mattino in punti panoramici o anche lungo il Polcevera, sulle vie limitrofe per seguire a distanza le operazioni. Non è mancato uno striscione polemico, apparso sul ponte di Cornigliano: «Una tragedia - recitava - trasformata in spettacolo», con il simbolo del dollaro al posto della s.

Il destino della prima porzione del ponte toccherà anche alle altre sezioni, che verranno calate una ad una con cinque mesi di lavoro, h24.

A poca distanza dall'area del Morandi ieri mattina l'udienza dell'incidente probatorio nell'inchiesta sul crollo ha scandito anche altre tempistiche. La prima, il rinvio al 15 febbraio per la nomina di chi ritradurrà la relazione dei tecnici svizzeri dell'Empa sui reperti del viadotto.

L'8 aprile, poi, l'udienza per verificare il cronoprogramma del piano demolizioni che prevede per la pila est il primo impiego dell'esplosivo il prossimo 15 aprile e l'ultimo il 28 maggio.

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