Aspettare che maturino gli eventi per rafforzare la leadership nel centrodestra e ingrossare la Lega, anche con i voti di azzurri scontenti o scegliere lo strappo con Forza Italia, il tradimento della coalizione, per stringere un patto con Luigi Di Maio? Il dubbio amletico di Matteo Salvini che in serata apre ai grillini da Monfalcone: «Ritengo che con i 5Stelle si possa lavorare bene, pero' patti chiari e amicizia lunga».
Il gioco delle opportunità dà più quotata la prima scelta, perché il leader della Lega andrebbe a fare il secondo del premier grillino con il suo 17% e frantumerebbe un'alleanza al 37%, che in futuro potrebbe regalargli grandi soddisfazioni.
Certo, Matteo non vuol fare la fine di Gianfranco Fini o di Angelino Alfano, gli ambiziosi «delfini» passati al nemico, che si sono condannati all'irrilevanza. Tradire Silvio Berlusconi, ora come allora, ha un prezzo molto alto. E allora, niente fretta.
«Oggi #pizza! Buona domenica #Amici, sto facendo di tutto per dare un Futuro all'Italia. #andiamoagovernare #oggivotolega», scrive Salvini sui suoi profili social, pubblicando la foto della pizza, quasi per alleggerire la tensione.
Il numero uno del Carroccio non ha superato il malumore verso il Cavaliere che, dal suo punto di vista, ha fatto fallire i tentativi di convincere Di Maio ad un accordo con tutto il centrodestra, magari accettando di rimanere defilato e di far nominare qualche ministro di area. Ci ha sperato fino all'ultimo, Matteo, perché così sì che avrebbe potuto tener testa a Giggino e non fargli da junior partner. Ma ormai, come potrebbe piegarsi all'ultimatum grillino e trattare da capo della sola Lega, senza perdere la faccia davanti ai suoi elettori innanzitutto?
Il M5s continua a corteggiarlo e mentre lui rilancia su Twitter la tassa unica, «per far ripartire economia, produzione e consumi!», il grillino Danilo Toninelli commenta: «Se la flat tax non svantaggia i poveri, noi siamo d'accordo».
Tace, riflette e aspetta Salvini. Ci saranno i risultati delle regionali in Molise. Arriveranno, domenica prossima, i risultati in Friuli, dove il fidatissimo Massimiliano Fedriga conta di stravincere anche con i voti di Fi e Fdi per fare il governatore. «Prima gli italiani!», è il grido di battaglia. Nel silenzio assordante di ieri, che alimenta ogni tipo di timori tra gli azzurri, Salvini parla solo sui social e annuncia agli «amici» che in serata sarà in piazza a Monfalcone (Gorizia), accanto a Fedriga: «Chi non viene vuole il governo col Pd!». È ancora il suo no ad un accordo con i dem, quello che lo ha portato vicino allo scontro con il Cavaliere. In Molise e poi in Friuli, scrive Salvini su Facebook, «chi vota Lega sceglie il modello di buon governo che da anni applichiamo in Veneto con Luca Zaia, miglior governatore d'Italia». C'è la sua foto con Zaia e una bottiglia di vino.
Ma i giorni più caldi per il governo saranno tra Molise e Friuli e lui deve decidere ora. A maggio, magari, si troverà di fronte la scelta di sostenere un governo del presidente, che prima ha stigmatizzato ma poi gli è apparso come possibile via di scampo, per fare una legge elettorale, tornare alle urne e ridisegnare a suo favore gli equilibri politici. Matteo ragiona e scarta ipotesi una dopo l'altra.
Guarda anche alle amministrative di giugno. Come si fa a tradire il centrodestra con i candidati che si stanno scegliendo al tavolo di coalizione? Il dilemma è tutto qui: se fare quella telefonata nella notte al Quirinale.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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