Per chi si fosse perso qualche passaggio del Salvini-pensiero sull'emergenza immigrazione nella diretta Facebook di mercoledì, arriva a distanza di poche ore la replica dello stesso ministro, in radio. Nessun cedimento, tanto più che da ieri Salvini ha anche la sponda di Luigi Di Maio, finora rimasto in disparte.
«Il governo è compatto», interviene nel dibattito il vicepremier, anche lui deciso a non arretrare davanti ad un'Europa che ancora stenta a fare la sua parte. «Condivido pienamente - spiega su Facebook - quello che ha detto il presidente Conte: la Ue deve battere un colpo. Se si ostina con questo atteggiamento, se dalla riunione di domani (oggi, ndr) a Bruxelles non esce nulla sulla nave Diciotti e sulla redistribuzione dei migranti, allora io e tutto il Movimento Cinque Stelle non siamo più disposti a dare 20 miliardi di euro all'Unione europea ogni anno». Parole apprezzate da Salvini, dopo che il presidente della Camera Roberto Fico gli aveva invece dato contro, sollecitando lo sbarco dei migranti. «Fico fa e dice l'esatto contrario degli esponenti di Lega e M5s», ha replicato ieri il ministro dell'Interno.
Linea sempre più ferma, dunque, sul modello del «no way» australiano che già nel 2014 il governo del Paese dei canguri presentava al mondo con un video durissimo che non lasciava dubbi sul destino di chi avesse voluto tentare di arrivare illegalmente in Australia. Così dovrà fare l'Italia. L'averci dormito sopra non ha portato Salvini a più miti consigli sul caso dei migranti («tutti illegali») ostaggio da più di una settimana sul pattugliatore della Guardia costiera ora all'ancora a Catania, dove mercoledì con un blitz senza precedenti è salito a bordo il procuratore di Agrigento Luigi Patronaggio per accertare le condizioni degli immigrati. Che la prova di forza continua si capisce già di prima mattina, quando il Viminale fa filtrare un messaggio per ribadire la posizione senza cedimenti del ministro, quella che sta esponendo le istituzioni a una crisi inedita, con risvolti anche europei, perché ormai è evidente che dallo stallo non si esce se la Ue non fa un primo passo. «Il mio obiettivo non è la redistribuzione in Europa - spiega Salvini - ma la creazione nei Paesi di provenienza di sportelli europei che decidono chi veramente fugge dalla guerra e ha diritto di arrivare in Europa e chi invece non deve nemmeno partire». Solo così sarà possibile stroncare il business degli scafisti».
Salvini insiste sull'argomento in un'intervista a Rtl 102.5. Dice di non temere nulla, neanche un eventuale intervento del Quirinale. Se i giornali parlano della preoccupazione del Colle è perché ad «agosto con il calciomercato è chiuso non sanno come riempire le pagine». La sua «coscienza è a posto» ed è «in perfetta sintonia con il premier». Il ministro continua a sfidare i magistrati che pensano di ipotizzare il sequestro di persona per la vicenda della Diciotti: «Mi autodenuncio, se qualche pm mi vuole interrogare sono pronto a spiegare le mie ragioni». E ancora: «Sull'immigrazione sarò rigoroso fino a quando non ci sarà una normalità. Se poi qualcuno vuole candidarsi alle elezioni lo faccia, io intanto rispondo al mandato degli italiani che mi hanno scelto per portare ordine, sicurezza e rispetto delle regole».
E gli italiani sembrano apprezzare, come dimostra il record di 1,3 milioni di visualizzazioni raggiunte dalla diretta Facebook con cui Salvini ha detto la sua alle 19 di mercoledì, seconda nei trend topic su Twitter con l'hashtag #iostoconsalvini.
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