La processione all'«agorà 2.0.» di Milano inizia presto, mentre gli operai stanno ancora dando l'ultima passata alle vetrate e prosegue non stop. Anteprima di «Apple Piazza Liberty», a due passi dal Duomo, primo flagship store italiano del colosso di Cupertino, aperto al pubblico da domani alle 17. Un tributo alle piazze italiane, gli elementi distintivi sono l'acqua e la pietra locale, 80mila pezzi di beola grigia tagliata a meno. Il «monumento»? Una grande vetrata con fontana che si sviluppa su due livelli: nella parte superiore 56 getti spingono l'acqua a 8 metri d'altezza, in quella inferiore 4mila spruzzatori disposti su sei file la fanno scorrere lungo le pareti incorniciando la Mela simbolo. Per entrare nello store il pubblico percorre un corridoio sotto le due ali d'acqua della fontana e scende nei sotterranei dove un tempo c'era il cinema Apollo e ora, riprendendo il concetto della piazza e dei viali, gli appassionati possono scoprire gli ultimi prodotti Apple (oltre 130 modelli di Ipad, Mac, Iphone, Apple tv ecc) esposti nelle vetrine lungo due «avenue» parallele o sulla fila di tavoli centrali. Il forum in fondo al locale, circondato da piante in vaso, ospiterà eventi e presentazioni. Sbarca anche qui come negli altri 500 store nel mondo la formula «Today at Apple»: ogni giorno ci si potrà iscrivere a corsi di fotografia e disegno digitale, a «Photo Walk Session», passeggiate per la città con i creativi, previsti Campus estivi per i bambini. Lo spazio disegnato dall'architetto Norman Foster si sviluppa su 3.500 metri quadri. Piazza Liberty diventa «piazza Apple», un anfiteatro aperto 24 ore su 24 a cittadini e turisti, con scalinata che degrada verso l'ingresso del negozio. Di sera la parete di vetro della fontana si trasformerà di volta in volta in schermo per proiezioni all'aperto o spazio concerti.
«Abbiamo voluto recuperare il ruolo sociale che aveva la piazza nel passato, un luogo dove le persone potevano incontrarsi, condividere» spiega Giuseppe Caropreso, market director Apple Southern Europe. È il 17esimo negozio in Italia, se ne contano 112 in Europa. A Milano lavoreranno 230 dipendenti di 10 diverse nazionalità, 15 le lingue parlate dal cinese all'arabo, russo, portoghese.
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