Dimissioni a raffica tra gli alfaniani: a Roma se ne va la Belviso. A Reggio 64 circoli autosospesi

RomaCerimonie di addio, spine calabresi e malumori parlamentari. I segnali che arrivano dal territorio suscitano preoccupazioni sempre maggiori dentro Ncd. All'addio del vicepresidente del Consiglio regionale delle Marche, Giacomo Bugaro, del consigliere Daniele Silvetti e della consigliera regionale umbra Maria Rosi, sabato scorso si è aggiunto un altro abbandono pesante: quello della capogruppo di Ncd a Roma, Sveva Belviso.

La grande fuga non si è, però, fermata. Dalla Calabria, in particolare, arrivano notizie tutt'altro che confortanti. Qui, in una delle terre che più ha contribuito al risultato nazionale delle ultime Europee, 64 circoli Ncd Reggio Calabria hanno deciso di autosospendersi. Il motivo? «Non ci si riconosciamo più nei principi di questo partito, sempre più vicino alle poltrone e meno alla gente, basti pensare all'appoggio fornito all'operazione “Mare Nostrum” che proprio a Reggio si manifesta ancor più che in tante altre città nella sua dissennatezza». Si tratta sostanzialmente della componente più vicina a Peppe Scopelliti, il cui malumore ormai fa fatica a restare dentro gli argini. Un mal di pancia che si è acuito dopo l'ipotesi di accordo con il centrosinistra per le Regionali. «Riguardo le fresche dichiarazioni del senatore Nico D'Ascola, ci risulta davvero sconvolgente udire dalla bocca di uno stimato e valente professionista come lui, ipotesi e avalli di alleanze in Regione con il Pd. Tutto ciò se è stato tollerato a livello nazionale, ci impone ora di prendere immediatamente le distanze a livello di base locale. Siamo gente di destra e tali vogliamo rimanere». Parole, quelle sulla volontà di riappropriarsi della naturale appartenenza al centrodestra, simili a quelle pronunciate da Sveva Belviso.

Sempre in Calabria sono ore molto difficili perché la vittoria del bersaniano Mario Oliverio svuota la possibilità di scelta, come sarebbe stato possibile qualora avesse vinto il renziano Gianluca Callipo. Un accordo tra Pd e Ncd a questo punto appare difficile. Bisognerà, però, vedere se e con quale «intensità» il partito nato dalla scissione dal Pdl deciderà di appoggiare la candidata di Forza Italia e Fratelli d'Italia, Wanda Ferro. Dal territorio al Parlamento, i dubbi sulla linea politica e sull'opportunità di prolungare la partecipazione al governo di centrosinistra non mancano. A uscire allo scoperto e chiedere un cambio di rotta è il senatore siciliano Antonio D'Alì che in una intervista a Formiche . net chiede al gruppo dirigente di lasciare l'esecutivo e offrire solo un appoggio esterno a Renzi, riallacciando i fili del dialogo con Forza Italia e favorendo con i fatti la riunificazione del centrodestra.

«Constatato che su alcune proposte forti di Ncd disattese come l'estensione del bonus degli 80 euro alle famiglie numerose o l'ulteriore riduzione dell'Irap non abbiamo avuto la possibilità di essere determinanti perché siamo al governo, potrebbe esserci l'opportunità di riallacciare le larghe intese con una formula diversa da quella originaria, cioè l'appoggio esterno, insieme a Forza Italia. Ciò potrebbe essere una svolta importante per tutto il centrodestra».

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