Il disastro dei servizi : «Salah? Innocuo...»

Fabien Clain non è soltanto la voce che rivendica i drammatici attentati di Parigi. È in queste ore un'ulteriore prova di come l'organizzazione degli attentatori sia riuscita a perforare la maglia dei servizi segreti, e non soltanto quelli francesi. La nuova minaccia del jihadismo si declina nell'attività di giovani radicalizzati che, partiti per i fronti mediorientali, tornano addestrati e ancor più indottrinati, spesso senza essere nemmeno sui radar delle intelligence europee o nordamericane. Questo però non era il caso di Fabien Clain e di suo fratello Jean-Michel, che nell'audio di rivendicazione intona un canto islamico, un nasheed. I due si sono convertiti all'islam negli anni Novanta, radicalizzati verso il 2000. Secondo il Monde fanno addirittura parte di uno dei primi nuclei del jihadismo francese. Cresciuti a Tolosa, hanno seguito gli insegnamenti dell'«emiro bianco», Olivier Corel, francese di origini siriane, venendo a contatto in quel periodo con la famiglia di quel Mohamed Merah che nel 2012 ha ucciso a Tolosa a colpi di pistola sette persone tra cui tre bambini ebrei.Fabien ha un legame anche con il Belgio, dove sarebbe stato architettato parte del piano che ha portato alle stragi del 13 novembre. È lì che, attorno al 2003, con altri giovani radicalizzati, nasce l'idea, intercettata anche dalle autorità prima egiziane poi francesi, di portare a termine già allora un attacco contro lo stesso teatro del dramma di pochi giorni fa, il Bataclan. Fabien Clain, 37 anni, aveva anche passato cinque anni nelle carceri francesi, dal 2009, accusato di reclutamento di uomini inviati a combattere in Iraq durante la guerra con gli americani. Non appena ritrovata la libertà, l'uomo partì per la Siria. Sarebbe rimasto in contatto con individui radicalizzati in Francia e sarebbe stato tra gli istigatori di un attacco sventato ad aprile a una chiesa nei sobborghi di Parigi.La storia dei fratelli Clain non è un caso unico: la polizia belga aveva infatti interrogato i due fratelli Brahim e Salah Abdeslam prima degli attacchi a Parigi, senza trovare elementi di pericolosità, ha spiegato la procura federale di Bruxelles. Brahim, 31 anni, è uno degli attentatori suicidi del dramma francese. Secondo le autorità belghe avrebbe voluto andare in Siria, ma non ci sarebbe riuscito e si sarebbe fermato in Turchia.

Al suo ritorno è stato interrogato dagli agenti, assieme a suo fratello, oggi ricercato per tutta Europa. Salah era già stato coinvolto in una rapina con Abdelhamid Abaaoud, possibile organizzatore degli attentati di Parigi.

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