Erica Orsini
Londra Un uomo solitario e tranquillo che amava il giardinaggio. Ma anche un individuo con problemi mentali e simpatie neo naziste. I killer insospettabili hanno spesso due facce. Quasi sempre passano inosservati fino a quando la loro rabbia esplode con conseguenze letali. Sembra essere stato questo anche il percorso intrapreso da Thomas Mair, l'uomo di 52 anni che ha aggredito Jo Cox gridando per due volte «Britain first» e ha continuato a colpirla anche dopo che la vittima era caduta a terra ferita a morte dai colpi della sua pistola.
Mair è stato arrestato dalla polizia locale quando già si trovava vicino alla sua casa di Birstall dove viveva da solo dopo la morte della nonna. La polizia ha definito l'omicidio «un incidente isolato» ma ha aperto un'inchiesta a cui sta lavorando insieme all'unità antiterrorismo. Il fratello dell'uomo, Scott, ha confermato che Thomas ha sofferto in passato di problemi mentali, per i quali però era stato curato. «Facciamo fatica a credere a quanto è successo - ha dichiarato Scott al Sun - mio fratello non è un uomo violento e non si occupa di politica. Non sappiamo neppure per chi vota. Sono sconvolto da quello che è successo e terribilmente dispiaciuto per la vittima e la sua famiglia». Anche secondo il fratellastro di Mair, Duane St.Louis, Thomas non avrebbe potuto far male neppure ad una mosca. Quello che sorprende di più è il carattere politico dell'aggressione. «Lui non ha mai espresso nessuna opinione sulla Gran Bretagna - ha raccontato Duane alle televisioni - né sulla politica e non ha mai rivelato tendenze razziste. Io che sono suo fratellastro sono di razza mista e siamo sempre andati d'accordo». Per quanto riguarda i suoi problemi pschici, Mair non sembrava averli tenuti segreti dato che sei anni fa, intervistato da un giornale locale, aveva dichiarato che un'esperienza di volontariato fatta in quel periodo l'aveva aiutato più di qualsiasi seduta di psicoterapia.
Amici e vicini raccontano di una madre sotto choc devastata dalla notizia e descrivono Tom come un figlio affettuoso che veniva a trovarla regolarmente, un vicino di casa di poche parole che amava il giardinaggio, qualcuno che mai avrebbe potuto avere delle opinioni politiche così estremiste. Eppure il gentile mister Mair nascondeva delle simpatie neonaziste, almeno per quanto riguarda gli anni della sua giovinezza. I giornali americani hanno scoperto che intorno agli anni Ottanta si era abbonato a «SA Patriot Magazine», una pubblicazione sudafricana di ispirazione nazista. La rivista ha confermato di aver avuto Mair nella lista dei suoi abbonati, sottolineando però che l'abbonamento in seguito non era stato rinnovato e che la redazione non aveva mai avuto contatti diretti con lui. Tuttavia, un gruppo statunitense che si batte in difesa dei diritti civili afferma di aver ottenuto dei documenti che dimostrano i rapporti stretti da Mair nel 1999, con un gruppo neonazista americano, la «National Alliance».
La prova di questi contatti sarebbero le ricevute dell'acquisto di alcuni libri pubblicati proprio da «National Alliance», tra cui figurano un manuale che insegna come costruirsi una pistola e una guida alla realizzazione di ordigni esplosivi. Il partito britannico Britain First, che da sempre dirige i suoi strali contro i politici della sinistra, ha diffuso un video in cui condanna l'azione di Mair e afferma di essere del tutto estraneo all'incidente.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.