La nociva assuefazione allo Stato

Siamo infatti ormai tutti, chi più chi meno, assuefatti all'idea che lo Stato deve fare questo, quest'altro, quell'altro ancora e così via

La nociva assuefazione allo Stato
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Qualcuno una volta ha detto che la Guerra fredda non ha visto confrontarsi il mondo occidentale liberale e il sistema comunista. In realtà, si sarebbe trattato di una lotta tra due modi diversi in termini di grado di intendere l'interventismo statale: uno di stampo assoluto e totalitario, l'altro riformista e più morbido. Se ci fermiamo un attimo a riflettere, non è un'osservazione da poco e tantomeno appare infondata. Siamo infatti ormai tutti, chi più chi meno, assuefatti all'idea che lo Stato deve fare questo, quest'altro, quell'altro ancora e così via. In tal modo, però, anche se il comunismo sembra una remota idea defunta, esso in realtà ha buon gioco a reinventarsi. Ci sono differenze tra massimalismo e riformismo in fatto di intervento pubblico? Certamente. Come è però altrettanto palmare che tutti i socialismi, di destra e di sinistra, massimalisti e riformisti, hanno una certa antipatia per proprietà privata, libertà individuale, economia libera. Se così è, benché sia caduto il Muro di Berlino, rimane un fatto: permane l'odio viscerale per tutto ciò che odora di mercato e concorrenza. E così, alla fine, anche i regimi costituzional-pluralisti o liberal-democratici, come si suole chiamarli, pur limitando vagamente l'intervento pubblico sono ormai e non da oggi socialdemocratici nel proprio dna. Legittimo, chiaramente, ma con le conseguenze poi bisogna farei conti: è inutile coprire la realtà con l'ideologia perché la prima, presto o tardi, tende a riemergere. Cosa ci dice, ad esempio, quanto è successo in Francia? Che a furia di drogare i cittadini con l'interventismo questi poi non sanno più farne a meno. Ecco, la Francia è l'emblema dello statalismo, si sa. Tra gli altri, un economista francese dell'Ottocento, purtroppo dimenticato, Charles Dunoyer, sosteneva che il suo Paese non conosce la libertà, mentre negli Stati Uniti è di casa. Non è da meno, in fatto di interventismo statale l'Italia, però. Comprare i voti promettendo prebende, sussidi, assistenza non solo è immorale, ma è pernicioso. Solo che, come notava Giovanni Sartori, la democrazia e i suoi politici non resistono a questa tentazione.

Il punto è che l'unica idea davvero rivoluzionaria è quella liberale: che non nega a priori aiuto a chi ne ha bisogno, ma solo se e quando è davvero necessario. È l'interventismo, in fondo, a essere mainstream. Con l'appoggio dei socialisti di tutti i partiti.

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