Roma - È un Berlusconi amaro quello che constata ciò che è sotto gli occhi di tutti: Renzi sta in piedi grazie al trasformismo. Senatori eletti con il centrodestra, sotto il simbolo «Berlusconi presidente», fanno da stampella a un governo illegittimo perché non eletto dagli italiani. Sono tanti gli azzurri che, sottolineando l'aiuto determinante di Verdini sulle riforme, denunciano il pasticcio. «Ormai è un dato di fatto che con il voto sulle riforme ci sia stata una mutazione non numerica ma genetica della cosiddetta maggioranza: i partiti che la compongono non sono accomunati da programmi e valori condivisi ma dall'obiettivo della propria sopravvivenza politica - va all'attacco Deborah Bergamini - Il Pd ha definitivamente abbandonato la vocazione maggioritaria elevando a metodo di governo il trasformismo, di cui l'imminente rimpasto di governo sarà l'immancabile suggello».E pure Francesco Paolo Sisto va giù duro: «Evidentemente c'è un'Ala (staccata da Forza Italia) che appoggia il governo Renzi. In caso di necessità, infatti, i colleghi del gruppo di Denis Verdini sostengono il governo in modo determinante, e questo, al di là delle alchimie lessicali e dei giudizi, è un dato di fatto. Il premio delle vice presidenze al Senato costituisce, diremmo noi penalisti, un riscontro assolutamente indiscutibile di tutto questo. La maggioranza, insomma, non è variabile ma ormai variata».Berlusconi, che non s'è mai appassionato troppo al discorso delle riforme e della legge elettorale sostenendo che i problemi degli italiani sono ben altri, confida tuttavia nella rivincita. «Saranno gli italiani a bocciare il ddl Boschi» è la sua convinzione. I comitati per il «no» sono appena nati ma ci sarà tempo per condurre la battaglia nelle piazze e convincere i cittadini che il combinato disposto delle riforme e della legge elettorale è pericoloso per il Paese.Intanto arrivano altre buone notizie dagli immancabili sondaggi che ad Arcore non mancano mai: Forza Italia e Lega crescono mentre il Movimento 5 Stelle comincia a perdere. Gli ultimi dati (Istituto Ixè per Agorà) fotografano una flessione dello 0,8 per cento per il movimento di Grillo, dato al 25,2%. A pagare, senza dubbio, lo scandalo legato all'affaire del sindaco di Quarto e alle recenti dimissioni con relativo j'accuse a Grillo e Casaleggio. La Lega continua a crescere e si assesta al 14,1% (+0,6%) mentre Forza Italia passa dal 10,7% all'11,2%. Confermate le convinzioni del Cavaliere secondo cui ormai «Renzi non tira più». Il tasso di fiducia nel premier resta stabile al 30% e, secondo Berlusconi, è destinato a calare ancora.Altra battaglia cruciale, che Berlusconi è sicuro di vincere, sarà quella delle prossime amministrative. Il rebus candidature non è ancora sciolto ma il Cavaliere ha come faro l'unità del centrodestra per cui non azzarda a lanciare alcuno. E Mariastella Gelmini giura: «A breve avremo il nostro candidato. Non ci facciamo dettare i tempi dal centrosinistra: non si tratta di avere il candidato per primi ma il migliore.
Berlusconi, Salvini e Meloni si stanno sentendo e faranno la scelta più adatta». E ancora: «Riguardo alla disponibilità di imprenditori per la candidatura, dopo l'esperienza del presidente Berlusconi non c'è la fila di imprenditori a scendere in campo». E il pressing su Del Debbio continua.FCr- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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