E c'è chi specula sui prodotti alimentari

Richieste di merci a prezzi stracciati ad aziende delle zone del sisma

Anna Celasco

C'è chi non si ferma davanti a nulla, nemmeno a un terremoto. A soffrire è ancora il Centro Italia colpito da tre mesi ormai da continue scosse e messo in ginocchio dall'arrivo dell'inverno. A fronte di una forte ondata di solidarietà proveniente da tutta Italia (con tre italiani su quattro che hanno partecipato ad iniziative di solidarietà a seguito del sisma) si segnalano azioni che sfiorano il vero e proprio sciacallaggio. Sotto la forma di tentativi di speculare sui tanti prodotti agroalimentari delle zone terremotate. L'allarme viene dalla Coldiretti: alcune aziende agricole sono state avvicinate con la richiesta di acquistare prodotti agroalimentari a prezzi stracciati (meno della metà del loro valore). In realtà quegli stessi prodotti potrebbero essere rivenduti facilmente a prezzo maggiorato, facendolo leva proprio su quella solidarietà dimostrata da tanti connazionali.

Il terremoto infatti non colpisce solo le persone ma mette in ginocchio l'economia locale. Oggi sono a rischio prodotti unici, tra i tanti di cui è ricco il nostro territorio, ma fragili proprio per la loro appartenenza a territori ristretti, che in questo momento sono fortemente provati dalle conseguenze del sisma. Tra questi, la celeberrima lenticchia di Castelluccio, regina dei legumi, ma anche il pecorino dei Sibillini, il Vitellone Bianco Igp, la patata rossa di Colfiorito. Eccellenze come lo zafferano e il tartufo, il ciauscolo e la roveja, piccolo legume di origini antichissime, che alcuni ritengono possa essere l'antenato del più comune pisello. Ma anche tipicità come il vino cotto o quello di visciole, ciliegie selvatiche che proprio gli agricoltori di queste valli impervie hanno salvato dall'estinzione.

Il settore conta tremila aziende e dà da lavorare a 40mila persone, senza calcolare l'indotto del turismo enogastronomico. E genera introiti importanti, se si pensa che il solo prosciutto di Norcia Igp è in grado di fatturare oltre 50 milioni di euro l'anno.

Un'importante voce dell'economia locale dunque che si è cercato di sostenere non solo tramite aiuti finanziari, ma mantenendo viva fin da subito la produzione. Il rischio maggiore è infatti l'abbandono. Dopo la grande ondate di solidarietà legata alla pasta all'amatriciana che ha coinvolto i ristoranti di tutto il Paese, la Coldiretti ha lanciato ad ottobre la «caciotta solidale», ottenuta con il latte raccolto dalle stalle terremotate nell'area che va da Amatrice a Norcia, è che è già stata acquistata da 16mila italiani nei mercati di Campagna Amica.

Insomma, la solidarietà passa anche per un piccolo gesto gourmande. A questo punto però è importante diffidare dai «venditori di fumo», specie sul web, e controllare da chi si compra, perché pensando magari di fare bene si rischia di favorire personaggi senza scrupoli.

Per raggiungere direttamente i mercati degli agricoltori, le fattorie e le botteghe dove poter comprare i prodotti realmente provenienti dai comuni delle aree colpite dal sisma si può consultare il sito www.campagnamica.it.

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