RomaI magistrati non ci stanno. Quel taglio delle ferie da 45 a 30 giorni l'anno, voluto dal premier Matteo Renzi in persona, dovrebbe scattare a settimane con l'anno 2015 e il Csm sta studiando l'applicazione pratica del nuovo sistema per dare istruzioni ai dirigenti degli uffici giudiziari.
Ma la controffensiva delle toghe è già pronta e conta tre mosse. Tutte per annullare di fatto la misura del governo, o almeno limitare i danni.
La prima si chiama ricorsi di massa al Tar, con la denuncia dell'incostituzionalità del decreto-legge 132 di quest'anno, entrato in vigore a settembre. Un modello già circola tra i magistrati che si preparano ad impugnare il primo provvedimento utile, con azioni singole o una collettiva a livello nazionale. Stesso schema già seguito con successo contro il blocco degli adeguamenti automatici degli stipendi e il tetto alle superetribuzioni da 90mila e 150mila euro l'anno, stabiliti dalla manovra 2011-2012, quando riportarono una vittoria alla Corte costituzionale. Ora le toghe contano di fare il bis.
La seconda mossa si appiglia all'ormai famoso errore che sarebbe contenuto nella legge, dove il nuovo articolo 8 bis non ha abrogato quello precedente: così si potrebbe interpretare il taglio come ristretto solo alle toghe «fuori ruolo» e non a tutte quelle che esercitano funzioni giurisdizionali. Ecco perché si sta con il fiato sul collo al Csm, dove sono già aperte due pratiche sulla questione in quarta e settima commissione, in modo che avvalori in una circolare questa lettura della norma.
Anche la terza mossa conta sull'organo di autogoverno che potrebbe, ed alcuni consiglieri lo avrebbero già promesso, disporre che non si fissino udienze una settimana prima della sospensione feriale e un'altra dopo, così non sarebbe necessario scrivere le sentenze relative. Proprio a questo, almeno formalmente, servivano i 15 giorni di ferie aggiuntivi che le toghe avevano in precedenza.
La sfiducia crescente nell'azione sindacale dell'Anm, che da molti viene ritenuta troppo legata al governo, spinge i magistrati ad organizzare autonomamente gli strumenti di lotta e di difesa dagli attacchi renziani.
Il ricorso al Tar sulle ferie, naturalmente, funzionerà anche come arma di pressione sul Csm e sui politici, perché in un modo o nell'altro ammorbidiscano, o addirittura annullino di fatto, la nuova regola. Strada questa che sarebbe preferibile, anche per i tempi più celeri. Per rivolgersi ai colleghi giudici amministrativi i magistrati ordinari partono dall'idea di agire contro il provvedimento di uno degli uffici giudiziari d'Italia che organizzi il periodo feriale nel nuovo anno o neghi a qualcuno giorni di vacanza oltre ai 30.
Già a fine gennaio si potranno chiedere i giorni maturati nel mese, che non saranno più calcolati sui vecchi 45 annuali, e allora potrà scattare il ricorso.Un outsider gip di Ragusa a settembre ha provato a investire in anticipo la Consulta, ma con lo scattare del 2015 si prepara una ribellione in piena regola.
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