E i suoi preparano il golpe per archiviare la Cancelliera

La strategia suicida sui migranti ha portato a due batoste Il congresso di dicembre sarà una notte dei lunghi coltelli

E i suoi preparano il golpe per archiviare la Cancelliera

Stavolta Angela Merkel rischia grosso. Stavolta il «kaputt» di Francoforte e dintorni rischia di trasformarsi in una frana inarrestabile capace di far traballare il governo federale e di affossare la donna simbolo della Germania. Di certo la poltrona più a rischio dopo il doppio «kaputt» della Csu in Baviera e della Cdu in Assia è quella della Cancelliera. In Assia, se i risultati confermeranno gli exit poll, la Cdu potrebbe, malgrado il disastro, continuare a guidare la coalizione con i Verdi sperimentata per la prima volta proprio qui dopo le elezioni del 2013. Certo una Cdu precipitata dal 30,3 per cento a poco più del 27 dovrà fare i conti con le ben giustificate pretese di un rampicante verde cresciuto dall'11,1 a quasi il 20 per cento. Alla fine però prudenza e convenienza potrebbero temperare le ambizioni di Tarik Al Wazir, il politico di origine yemenita leader indiscusso dei «Grüne, che farebbe carte false pur di ribaltare Volker Bouffier, il viceré della Cancelliera per l'Assia, e insediarsi alla testa di uno dei «land» più ricchi della Germania. Anche perché dar vita a una coalizione «rossa» garantita dal 50 per cento dei voti non è cosa semplice. Oltre a cimentarsi con la confusione di una Spd socialista in piena crisi d'identità dopo il crollo dal 30 al 20 per cento i Verdi dovrebbero mettere d'accordo l'estrema sinistra della Linke e i liberali della Fdp. Un'impresa complessa e laboriosa rispetto ai vantaggi che possono riscuotere riconfermando l'alleanza con una Cdu pronta a tutto pur di restare in sella. Una Cdu che - nonostante i disastri - ha buone possibilità di non veder franare neppure la «Große Koalition» indispensabile per continuare a guidare la Germania. Nonostante la crisi dell'Spd sia la diretta conseguenza dei compromessi scelti nel nome di quell'alleanza di governo, i socialisti hanno, in questo momento, tutto l'interesse a evitare un'elezione anticipata che li condannerebbe all'inevitabile massacro anche a livello federale.

Dunque l'unico vero capro espiatorio del doppio scacco di Assia e Baviera promette di essere la Cancelliera. Anche perché - come testimonia il 12 per cento conseguito anche in Assia dalla destra anti sistema ed euroscettica dell'AfD - la causa principale del terremoto politico in corso resta il benvenuto condito da promesse irrealizzabili rivolto dalla Merkel ai migranti che nell'estate del 2015 abbattevano le frontiere dell'Europa. Il salasso della Csu in Baviera e della Cdu in Assia è la diretta conseguenza del malcontento moltiplicatosi tra le file dell'elettorato di centrodestra dopo l'arrivo di quel milione di disperati che neanche la florida Germania ha saputo e potuto integrare.

Analogamente il dissanguamento dell'Spd riflette lo sconcerto e i complessi di colpa di una formazione socialista che per restare al governo ha rinnegato se stessa. Per gran parte dei socialisti transitati verso la Linke o verso i Verdi l'errore imperdonabile resta l'appoggio garantito a una Cancelliera pronta, pur di mettere una pezza ai propri errori, a rinnegare tutte le promesse fatta al milione di disperati accolti all'interno dei propri confini.

Ora però la prima a pagare sarà lei. La notte dei lunghi coltelli è già fissata. Arriverà a dicembre quando al Congresso della Cdu la Cancelliera dovrà affrontare la rivolta di un gruppo dirigente che da mesi studia come celebrarne la fine politica.

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