Il conflitto siriano ieri ha oltrepassato un altro confine, questa volta quello israeliano. È già accaduto più volte in passato che i combattimenti tra forze ribelli ed esercito regolare di Damasco sollevassero l'allerta in quelle alture del Golan conquistate alla Siria da Israele nel 1967. Ieri però, i ribelli, presumibilmente del gruppo islamista Jabat Al Nusra, legato ad Al Qaida, avrebbero conquistato la parte siriana del valico di confine di Quneitra, a poco più di 200 metri dalla postazione israeliana. Il passaggio è monitorato dalle Nazioni Unite, perché Siria e Israele sono due vicini formalmente in guerra, anche se per decenni prima dello scoppio della guerra civile nel Paese arabo la regione frontaliera è stata relativamente calma.
I militari israeliani hanno colpito due obiettivi dell'esercito siriano - Israele ritiene responsabili per la sicurezza lungo il confine le uniformi regolari di Damasco - dopo il ferimento di un loro ufficiale, raggiunto da un proiettile in arrivo dalla zona degli scontri. La presa del posto di confine da parte dei ribelli, che già un anno fa avevano conquistato per poche ore il valico, aumenta la preoccupazione in queste ore per gli eventi in Siria, anche se è altrove la frontiera lungo la quale cresce la minaccia di un altro gruppo estremista, lo Stato islamico.
L'avanzata in Irak dei miliziani jihadisti arrivati dalla Siria è stata rallentata nei giorni scorsi dai bombardamenti americani sulle loro postazioni e dal coordinamento sul terreno con le forze militari curde. In queste ore, la stampa americana rivela che l'Amministrazione Obama starebbe valutando l'estensione dei raid aerei in Irak e la possibilità di bombardamenti aerei anche in Siria. In Irak, l'aviazione degli Stati Uniti potrebbe presto colpire le forze jihadiste che da due mesi tengono d'assedio e minacciano la cittadina settentrionale di Amerli. Qui, dove in queste ore si stanno ammassando anche le forze irachene, abitano i turcomanni, comunità sciita considerata «infedele» dagli estremisti sunniti dello Stato islamico, ostili a qualsiasi minoranza religiosa. Intanto ieri aerei Usa hanno bombardato un'area a nord della città irachena di Mosul, colpendo postazioni dello stato islamico.
Le barbariche pratiche dello Stato islamico spingono la comunità internazionale a un intervento. Proprio ieri, le Nazioni Unite hanno reso noti i dettagli di un rapporto stilato da una commissione d'inchiesta indipendente che racconta come, nelle zone della Siria sotto controllo dello Stato islamico «esecuzioni in luoghi pubblici» siano diventate «spettacolo comune il venerdì». Anche bambini sarebbero costretti ad assistere ad amputazioni e fustigazioni. Gli investigatori ritengono inoltre che i miliziani obblighino minorenni - persino bambini di dieci anni - ad addestrarsi alla guerra nei loro campi militari, che potrebbero presto diventare obiettivo dei bombardamenti americani.
Secondo il New York Times , l'Amministrazione Obama starebbe raggruppando infatti una coalizione che appoggi un'eventuale operazione aerea sui cieli siriani: Gran Bretagna e Australia potrebbero partecipare ai bombardamenti, la Turchia potrebbe mettere a disposizione le sue basi, e Paesi arabi come Giordania e i potentati del Golfo potrebbero sostenere la campagna. Per ora, l'America - che ha fatto sapere che non coordinerà le sue mosse con Damasco - ha iniziato voli di ricognizione sulla Siria.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.