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E Salvini dà l'ultimatum: "Dovete tapparvi la bocca"

Il ministro dell'Interno a muso duro contro i 5s: «Pesino le parole e la smettano di minacciare. È l'ultimo avviso»

E Salvini dà l'ultimatum: "Dovete tapparvi la bocca"

Scambio di gentilezze fra alleati. Se i Cinquestelle invitano Matteo Salvini a «tirare fuori le palle» quello risponde «tappatevi la bocca». Il Capitano annaspa sul caso Siri ma non cede e allo stesso tempo deve rispondere alle critiche sulla gestione della sicurezza. Accuse che lo investono come ministro dell'Interno dopo la sparatoria di Napoli che ha visto tra le vittime una bimba di 4 anni ancora ricoverata in condizioni gravissime. Quello che brucia di più al leader del Carroccio è il caso di Armando Siri che ha mandato in tilt la maggioranza giallo-verde. L'ennesimo attacco da parte dell'altro vicepremier Luigi Di Maio e quel «tira fuori le palle» lanciato al suo indirizzo dal Blog delle stelle lo hanno mandato su tutte le furie. «Gli amici dell'M5s pesino le parole. Se dall'opposizione insulti e critiche sono ovvie, da chi dovrebbe essere alleato no - sbotta Salvini - La mia parola è una e questo governo va avanti cinque anni, basta che la smettano di chiacchierare. Mi dicono tiri fuori le palle? Ricevo buste con proiettili per il mio impegno contro la mafia. A chi mi attacca dico tappatevi la bocca, lavorate e smettete di minacciare il prossimo. È l'ultimo avviso». Senza fare esplicitamente il nome del sottosegretario alle infrastrutture indagato per corruzione Salvini aveva già ribadito che non intende mollarlo: «Io sono abituato a non abbandonare mai gli uomini con cui si è fatto un pezzo di strada insieme, e questo vale a livello locale come a livello nazionale». Salvini vuole che almeno si attenda l'eventuale rinvio a giudizio. «I processi in Italia si fanno in tribunale e non in piazza - insiste - Funziona così in democrazia».

Il Capitano si lamenta degli attacchi degli alleati però anche lui durante un incontro con i suoi sostenitori romani coglie l'occasione per attaccare a testa bassa Virginia Raggi, la sindaca grillina della Capitale. Dopo aver elencato tutti i guai che affliggono i cittadini romani, dai trasporti pubblici che non funzionano, l'immondizia che invade le strade alle case popolari occupate il leader del Carroccio ha concluso: «Noi ci stiamo preparando per Roma», che decisamente non suona come una dichiarazione d'amicizia per M5s. E proprio a Roma è apparsa la scritta «Salvini morto». Scritte identiche a Torino e Bologna e Salvini ha confessato di essere «stufo di essere minacciato di morte dalla mattina alla sera».

Il ministro dell'Interno che si presenta come uomo d'ordine deve anche fare fronte al diluvio di critiche che gli sono piovute addosso dopo una serie di episodi criminali particolarmente efferati culminati nella sparatoria di camorra a Napoli. Casi gravi ammette Salvini che però cifre alla mano cerca di mettere la sordina alle critiche. «I crimini sono in calo», tuona il vicepremier che poi snocciola i dati diffusi dalla direzione centrale della polizia criminale. Dal 2018 al 2019 i reati sono scesi del 15 per cento; gli omicidi segnano un meno 12,2; i tentati omicidi meno 16,2; le violenze sessuali meno 32,1; le rapine meno 20,9 e i furti meno 15,1.

«Gli altri chiacchierano, noi facciamo» assicura Salvini che ricorda l'assunzione «di migliaia di donne e uomini in divisa decisa dal nostro governo».

Nei suoi comizi Salvini ha rilanciato pure due battaglie che vedono i Cinquestelle sul fronte opposto: l'introduzione della castrazione chimica sostenuta dal Carroccio e la liberalizzazione della cannabis che invece vede favorevole M5s accusato dal leghista di volere «lo Stato spacciatore».

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