Politica

Ecco come il "sistema Guerini" ha usato lo sport per voti e affari

Tre i fascicoli aperti a Lodi oltre quello sulle piscine che ha portato in carcere il sindaco. E si tratta di appalti del vicesegretario Pd. Uggetti intanto arruola l'avvocato di Fiorani

Ecco come il "sistema Guerini" ha usato lo sport per voti e affari

Qualcuno la chiama «la maledizione di Lodi». Ogni volta che dal suo operoso torpore la città di Fanfulla si affaccia alla ribalta nazionale, scoppia un finimondo giudiziario che porta in piazza della Vittoria le troupe televisive e costringe i lodigiani a tornare coi piedi per terra. Succede in questi giorni, con il primo concittadino da decenni approdato alla politica che conta, Lorenzo Guerini, investito dall'onda lunga dell'indagine sul suo successore, Simone Uggetti. Ed era successo 10 anni fa, quando Gianpiero Fiorani aveva trasformato la sonnacchiosa Banca Popolare di Lodi in un nome del gotha bancario, e a Lodi si tenevano i summit della finanza internazionale: anche lì è finita come si sa.

Adesso, con Uggetti in carcere insieme al suo amico avvocato Alberto Marini per la storia degli appalti alle piscine, e la Procura scatenata a scavare sugli ultimi anni di gestione del municipio, si scopre che a Lodi tutti sapevano. Magari mancavano i dettagli, quelli che con loro stesso stupore le fiamme gialle hanno scoperto intercettando il sindaco. Ma l'esistenza del cerchio magico che coniugava politica e affari era nota da tempo. Fin dai tempi in cui, dopo la parentesi leghista, il centrosinistra si piazzò solidamente nel Broletto, il municipio locale. E soprattutto da quando nel 2005 al Broletto arriva lui, Guerini, già enfant prodige della Dc locale, portato da un cartellone che andava dalla Margherita e Rifondazione. È intorno a Guerini che si crea quel circuito di potere che gli sopravvive quando nel 2012 il sindaco fa il grande salto a Montecitorio, e dopo il commissariamento al suo posto arriva Uggetti.

È di quel giro che domani nel nuovo interrogatorio chiederanno conto a Uggetti le due pm, Laura Siani e Sara Mantovani, che lo hanno spedito in carcere? Difficile che gli scenari si allarghino subito. La storia dell'appalto per le due piscine scoperte, confezionato su misura per gli amici della Sporting Lodi, ormai è fin troppo chiara, e alla Procura preme tirare le fila in fretta, portando Uggetti e Marini verso il processo con rito immediato. Uggetti d'altronde ha già in buona parte ammesso gli addebiti, ma ora arriva una novità: il sindaco nomina un nuovo difensore, al lodigiano Pietro Gabriele Roveda si aggiunge un cattedratico milanese, Francesco Mucciarelli, che - potenza dei ricorsi - fu anche l'avvocato di Fiorani. Nome di peso, reso necessario probabilmente dal timore di dover affrontare nuove e più vaste contestazioni. Perché c'è dell'altro. Ci sono le tre inchieste già aperte, che per ora viaggiano rasente ai piani alti del Comune: due su altrettanti progetti di riqualificazione, quello del teatro alle Vigne e quello del vecchio istituto Fanciullezza, un brefotrofio abbandonato da tempo. Quest'ultima opera venne annunciata con orgoglio da Guerini, nel giugno 2011. E farina di Guerini è anche l'opera della terza inchiesta, la realizzazione della piscina Faustina, viaggiata secondo la Procura tra una serie di creste sugli appalti. Inchiesta, per ora, che riguarda solo gli imprenditori che avrebbero bidonato il Comune.

Ma è facile prevedere che la Procura vorrà capire cosa e perché non abbia funzionato nel sistema dei controlli comunali sull'appalto passato dalla gestione di Guerini a quella di Uggetti. E sullo sfondo ci sono i meccanismi del sistema Guerini, che per anni ha avuto come fulcro il sistema sportivo locale, formidabile macchina di affari, di consenso e di relazioni: fino al paradosso di una municipalizzata come la Astem, che in teoria dovrei e occuparsi di immondizia e di acquedotti, e invece detiene il 45% di una società sportiva, quella Sporting Lodi che fa finire in cella Uggetti. E sull'home page di Astem che pubblicità troneggia? Quella della Faustina, la piscina della terza inchiesta. «Vedrete se fra un po' non salterà fuori il nome di Guerini e se non salta fuori è perché Davigo e Renzi han trovato un accordo sulla ripartizione di potere tra politici e magistrati», scrive sconsolato un lettore del Cittadino, il giornale locale.

(ha collaborato

Flavia Mazza Catena)

Commenti