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Ecco le trame di Vendola per portare Prodi al Colle

Mossa a sorpresa di Vendola: offre al Pd i voti dei suoi grandi elettori per il Professore. Ma a una condizione: che Renzi mandi in soffitta il patto del Nazareno

Ecco le trame di Vendola per portare Prodi al Colle

Mentre Matteo Renzi annuncia il suo "metodo" per l'elezione del successore di Giorgio Napolitano al Quirinale, con un ascolto dei gruppi parlamentari che scongiuri il ripetersi del flop su Romano Prodi di quasi due anni fa, Nichi Vendola, con una mossa a sorpresa, spariglia le carte. "Se il Pd vuole, dopo quattro votazioni possiamo eleggere Romano Prodi al Quirinale", annuncia il leader di Sel, offrendo al Pd i voti dei suoi grandi elettori per il professore. Ma a una condizione: che Renzi mandi in soffitta il patto del Nazareno.

Pur augurandosele il più tardi possibile, il presidente del Consiglio non può non pensare alle dimissioni di Napolitano. Ma per quando arriveranno, annuncia per il Pd "un metodo preciso: il giorno dopo le dimissioni il Partito democratico convocherà i gruppi parlamentari, la direzione, i delegati regionali e apriremo un'assemblea permanente. Nessuno potrà dire: non ho avuto un luogo dove discutere. Una volta elaborato un profilo lo proporremo ai nostri alleati, poi a tutti gli altri partiti: dal Movimento 5 stelle a Sel passando ovviamente anche per la Lega". Renzi pare escludere il ripetersi del "modello Ciampi". "Per trovare il candidato giusto non penso sia uno scandalo aspettare qualche votazione. Ma - spiega al Foglio - occorre non ripetere l'errore di chi mi ha preceduto: presentare un nome indicato dall'alto senza una discussione preliminare".

Ma a sparigliare le carte è Vendola, che a sorpresa dal palco dell'assemblea di Sel lancia a Renzi una inattesa disponibilità. "Se il Pd vuole, dopo quattro votazioni possiamo eleggere Romano Prodi al Quirinale", annuncia il governatore pugliese, che però pone una condizione chiara: "Se l'inquilino del Colle fosse il suggello del Patto del Nazareno - ammonisce - noi saremo sulle barricate". Insomma, chiarisce, "bisogna evitare che il Pd faccia tutte le parti in commedia come nel passato". Perché, secondo il leader di Sel, il prossimo "inquilino del Colle deve essere un elemento di speranza e fiducia in un paese estenuato". In quel caso, Sel può essere della partita. E le ormai non più lontane elezioni per il Quirinale sono tema di discussione anche negli altri partiti.

Se Beppe Grillo torna ad attaccare Napolitano cui da del "tremebondo", del prossimo capo dello Stato parla anche Matteo Salvini.

Pur premettendo che la scelta del nuovo presidente della Repubblica "è l'ultima delle preoccupazioni", il segretario della Lega sostiene: "Spero solo che non sia un vecchio rottame della sinistra, come Prodi, Amato o quella gente lì".

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