Emergenza immigrazione, nel Nordest è il caos

Governo, province, comuni, prefetture: è tutti contro tutti. A Venezia fanno discutere le parole del prefetto che ammonisce: "Siamo tra le Regioni che ne hanno accolti meno"

Emergenza immigrazione, nel Nordest è il caos

Sono tanti i profughi in arrivo nel Nordest, tantissimi. Per qualcuno troppi, per altri troppo pochi: per tutti, un'emergenza gestita male. Solamente in Veneto si prevedono 913 nuovi arrivi entro Natale, che si sommerebbero alle 1800 presenze già registrate nelle strutture di accoglienza della Regione.

I profughi - provenienti in gran parte da Siria e Palestina - vengono indirizzati alle rispettive destinazioni in base a un calcolo demografico elaborato provincia per provincia. Come riporta Il Gazzettino, il prefetto di Venezia Domenico Cuttaia sottolinea come rispetto ad altre regioni il Veneto ne abbia accolti ancora pochi e richiama l'accordo sottoscritto con il Viminale: "Il Ministero dell'Interno continua a mandare gli stranieri perché è stata sottoscritta un'intesa. La quota degli arrivi, per il Veneto, è fissata a 3700 persone e ora ne stiamo accogliendo 1900, quindi siamo tra le regioni che ne hanno accolti meno. Ognuno deve fare la propria parte. Capisco che colpa la crisi anche molti italiani necessitano di un sussidio ma dobbiamo capire che queste persone non possono essere lasciate per strada".

Il riferimento è al patto sottoscritto a luglio tra governo ed enti locali: quegli stessi enti locali contro cui il prefetto si scaglia oggi: "Perché i signori che oggi si lamentano non l'hanno fatto prima dell'intesa? Perché protestano adesso?"

Gli ultimi 200 immigrati arrivati in provincia sono stati ospitati a Bibione, ma le strutture ricettive sono al limite. E il viceprefetto e dirigente dell'area Immigrazione Antonino Gulletta rincara la dose aggiungendo che, al netto delle dichiarazioni degli albergatori, "nessuna nuova struttura ricettiva si è fatta avanti e i Comuni non ne vogliono sapere". L'emergenza c'è ed è concreta, tanto che il prefetto ha fatto sapere che incontrerà la Protezione civile. Il che, molto probabilmente, significa che si ricorrerà alle tendopoli. Una soluzione che tutti vorrebbero evitare ma che forse sarà l'unica risorsa.

Se il Veneto piange, il Friuli non ride: a Gorizia va in scena da giorni una guerra silenziosa tra Comune e Provincia. Ieri, alla sottoscrizione del protocollo per istituire la “Rete provinciale in materia di immigrazione”, il sindaco del comune isontino, ha inviato, in segno di protesta... un vigile urbano. Il primo cittadino Romoli ha spiegato che le autorità comunali erano impegnate altrimenti, ma ha anche ricordato che dell'emergenza immigrazione dovrebbe occuparsi il Ministero dell'Interno, e non la Provincia.

In tutta la provincia, sono ben otto i comuni che non hanno sottoscritto il protocollo provinciale.

Gorizia è da mesi al centro delle cronache politiche nazionali per la gestione dell'emergenza profughi, con il prefetto Vittorio Zappalorto che aveva a più riprese denunciato il massiccio afflusso di immigrati diretti verso il capoluogo isontino nel tentativo di farsi riconoscere i diritti previsti per profughi e rifugiati.

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