Si giocano nel piccolo mondo della cronaca politica dell'oggi, eppure le elezioni regionali in Emilia Romagna e in Calabria evocano immagini tra il passaggio del Rubicone e la giornata d'Aspromonte. Non si intravede Cesare né il 1862 di Garibaldi ferito a una gamba sulla via di Roma, ma resta un voto decisivo per capire che ne sarà della regione del Nord rimasta per cinquant'anni epicentro del centrosinistra e insieme che cosa ribolle nel cuore del Mezzogiorno.
Sono chiamati al voto quasi cinque milioni e mezzo di elettori e le risposte interrogano la politica e il destino del governo Conte, anche se gli esiti finali sono da scrivere. Il voto dirà molto del peso attuale dei Cinque stelle, che sia in Emilia Romagna che in Calabria hanno vissuto momenti di gloria. Soprattutto in Emilia Romagna si potrà valutare se le Sardine sono un fenomeno mediatico o se invece sono capaci di mobilitare i giovani al voto.
Indubbia la dimensione locale. Si vota dalle 7 alle 23 di oggi per eleggere il presidente della Regione e i componenti delle assemblee legislative in 328 comuni dell'Emilia Romagna (oltre 3 milioni e mezzo di elettori) e in 404 comuni della Calabria (un milione e ottocentomila votanti). In Emilia Romagna, dove è possibile il voto disgiunto (presidente di una coalizione e lista di un'altra), i candidati sono sette: il dem modenese Stefano Bonaccini, attualmente in carica, la leghista bolognese Lucia Borgonzoni, che corre per il centrodestra, Simone Benini da Cesenatico per i 5stelle, Marta Collot di Potere al popolo, Laura Bergamini per il Partito comunista, l' antivaccini Domenico Battaglia e Stefano Lugli dell'Altra Emilia Romagna.
A politicizzare il voto in Emilia Romagna è stato soprattutto il centrodestra, insistendo in trio compatto Berlusconi, Meloni, Salvini sulla cacciata del governo. Il segretario della Lega ha attaccato con asprezza su temi divisivi come immigrazione, sicurezza, giustizia, inclusa l'inchiesta su Bibbiano. Anche la violazione del silenzio elettorale sui social («domenica voto Lega»), circondato da «immigrati regolari e integrati» festanti, nonostante l'apparente contenuto dolce, non sfugge alla medesima strategia. Salvini è in un momento decisivo, perché anche se il suo partito è forte, difficilmente da solo potrà portare il Paese al voto. Se anche il governo Conte cadesse, potrebbe sempre arrivare un nuovo governo. «Vinceremo in Calabria e in Emilia Romagna» ha detto Silvio Berlusconi, rompendo anche lui il silenzio. Un appello al voto con attacco alla Lega è arrivato pure dalle Sardine, che nonostante il divieto di flash mob della Questura hanno improvvisato un bagno in quattro al Papeete. Si è giunti allo scontro col candidato dem in Emilia, accusato dai leghisti di non aver disattivato le inserzioni a pagamento su Facebook e i contrattacchi alla «Bestia», la macchina social di Salvini.
In Calabria il vento nazionale è arrivato con Berlusconi e col segretario del Pd Nicola Zingaretti, che si sono messi molto in gioco. Candidati conosciuti sul territorio. Il centrodestra unito spinge Jole Santelli, 51 anni, avvocato, garantista, berlusconiana doc, sottosegretaria alla Giustizia e al Lavoro nei governi Berlusconi e Letta. Anche l'uomo del centrosinistra è un nome di peso: Pippo Callipo, 73 anni, imprenditore del tonno, presidente della Confindustria calabrese dal 2001 al 2006: scrisse all'allora presidente Ciampi per denunciare la 'ndrangheta e chiese l'intervento dell'esercito.
Il 5 stelle Francesco Aiello, 54 anni, nato a Settimo Torinese, è docente universitario in Calabria. Il civico Carlo Tansi è ricercatore del Cnr ed ex capo della Protezione civile calabrese. Dall'Aspromonte al Rubicone, parola agli elettori.
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