Ennesima occasione per Corona: esce dal carcere e torna ai domiciliari

La decisione del Tribunale di sorveglianza. La madre: "Felice"

Ennesima occasione per Corona: esce dal carcere e torna ai domiciliari

Milano. Fabrizio Corona ha lasciato il carcere di Monza e ha potuto tornare a casa, agli arresti domiciliari. Il Tribunale di sorveglianza ha infatti accolto la richiesta, avanzata dai suoi legali, di sospendere l'esecuzione del provvedimento con cui nelle scorse settimane era stato disposto il suo rientro in prigione. Dopo essere tornato in cella l'ex agente dei vip era stato ricoverato all'ospedale Niguarda di Milano e aveva iniziato lo sciopero della fame. La madre Gabriella Privitera si è detta «felicissima».

Gli avvocati Antonella Calcaterra e Ivano Chiesa hanno avanzato l'istanza di sospensiva in attesa che la Cassazione decida appunto sulla nuova carcerazione di Corona. La pronuncia della Suprema corte è attesa dopo che la difesa aveva presentato ricorso contro il precedente provvedimento che aveva fatto tornare l'ex agente fotografico in carcere. Ieri la Corte ha accolto, a quanto risulta, le questioni sollevate dai legali a proposito dello stato di salute mentale di Corona. Uno stato precario, che necessita di un percorso di cure da proseguire fuori dalla prigione.

Lo scorso 11 marzo sempre la Sorveglianza aveva revocato, a causa di una serie di violazioni delle prescrizioni imposte, il differimento della pena in detenzione domiciliare. La concessione era arrivata nel dicembre del 2019 per una patologia psichiatrica di cui soffre l'ex «re dei paparazzi». Al momento del ritorno in cella Corona, per protesta, si era ferito a un braccio e aveva rotto il vetro di un'ambulanza, finendo in ospedale in psichiatria per una decina di giorni. Poi aveva portato avanti uno sciopero della fame, prima in ospedale e poi in cella. Ora è un altro collegio dello stesso Tribunale a sottolineare che il provvedimento di marzo non è adeguatamente motivato e per questo ha deciso di sospendere lo stop al differimento di pena finché sul merito non si pronuncerà la Cassazione.

Nel nuovo provvedimento i giudici, da quanto si è saputo, fanno riferimento anche ai gesti autolesionistici messi in atto dall'ex agente nelle ultime settimane. Oltre che alle relazioni degli esperti già presentate dalla difesa che attestavano la necessità che Corono continuasse a curarsi fuori dal carcere. Su queste valutazioni, finite agli atti, i difensori avevano molto insistito. Da qui la sospensiva che gli ha permesso di tornare a casa, seppur in regime di detenzione domiciliare. La Sorveglianza ha inoltre rimarcato che nelle precedenti decisioni non era stata presa in considerazione la richiesta della difesa di una perizia sulla compatibilità di Corona con la permanenza in carcere. In sostanza i giudici dichiarano che le esigenze di tutela della salute devono prevalere sul resto nella fase di esecuzione della pena.

«Non è una gentile concessione - dichiara l'avvocato Chiesa - ma il riconoscimento di un errore, la sospensione di un provvedimento è una procedura eccezionale e i giudici hanno stabilito che a prima vista è stata presa una decisione sbagliata». Le condizioni di Corona in carcere «non possono che peggiorare e quindi ci trovavamo in una situazione per lui molto pericolosa».

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