Equitalia punita: ha inviato cartelle scadute

Sentenza favorevole a un imprenditore che fa pignorare l'agenzia per 100mila euro

Equitalia punita: ha inviato cartelle scadute

Il suo avvocato dice che è una di quelle «vittorie» tipo «Davide contro Golia». E in effetti, in questa storia scritta dal tribunale di Torre Annunziata, è il gigante Equitalia a venire messo ko da un privato cittadino.

I giudici hanno accolto il ricorso di un imprenditore della provincia di Salerno contro una serie di cartelle esattoriali che un anno fa avevano portato, come un fulmine a ciel sereno, la sua azienda sull'orlo del crac. Ora che quelle somme sono state riconosciute dal tribunale nulle perché prescritte, lui pretende che le cartelle siano revocate insieme alla procedura di fallimento.

Infatti non solo ha ottenuto il riconoscimento dell'effettiva nullità di quei crediti, perché notificati a distanza di cinque anni, ma forte di una recente pronuncia della Cassazione ha presentato un atto di pignoramento da 100mila euro nei confronti della società di riscossione. La revoca di quel credito, spiega l'avvocato, Marco Cucurachi, permetterà all'imprenditore di «tornare in bonis e di vedersi revocare lo stesso fallimento».

C'è voluto un lungo braccio di ferro a colpi di ricorsi contro Equitalia per dimostrare che quelle somme erano già prescritte al momento della notifica, perché riferite a crediti risalenti a più di cinque anni di distanza. Un termine che, secondo Equitalia, scattava invece dopo dieci anni. Da qui la battaglia legale. E dopo che i giudici di Torre Annunziata hanno dato ragione all'imprenditore, anche una sentenza della Cassazione ha chiarito il vulnus: la prescrizione scatta dopo cinque anni. Dunque, le cartelle erano nulle. Quei crediti non dovevano essere richiesti. Ora l'imprenditore vuole andare fino in fondo, per vedersi a tutti gli effetti revocare quelle somme, insieme alla procedura di fallimento. «Io e il mio cliente sapevamo che la società di riscossione era nel torto e non abbiamo mollato la presa: è una battaglia di legalità», ha detto l'avvocato. La decisione della Cassazione «va incontro a tutti i contribuenti italiani. È doveroso pagare, ma solo quando la legge lo prevede.

Non è giusto per un imprenditore vedere infranti i sacrifici di una vita e assistere al fallimento della propria azienda per una cartella esattoriale non dovuta. È giusto che si sia fatta chiarezza sulla vicenda. Come quella del mio cliente, infatti, l'Italia è piena di storie paradossali dove soccombe chi pensa solo a lavorare e vivere in maniera onesta».

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica