Europa-Grecia, è game over Atene più vicina al default

Il referendum di Tsipras fa saltare il banco, rotti i negoziati. Ma il premier attacca: «Sopravviveremo». Oggi riunione d'emergenza della Bce per evitare il contagio

Altro che accordo: è rottura, divorzio, distacco. Tra la Grecia e i creditori si consuma uno strappo violento, gravido di conseguenze, difficile da ricucire e inimmaginabile nei giorni scorsi, anche quando le trattative sembravano essersi arenate per l'incapacità di trovare una soluzione di compromesso.

Dopo quattro mesi di negoziati inconcludenti, la situazione è precipitata ieri nel giro di una manciata di ore. E non sull'ennesima disputa sulle pensioni; non sul braccio di ferro sull'Iva; e neppure a causa della ristrutturazione del debito, il vero convitato di pietra di tutti i vertici. A far saltare il tavolo, infatti, è stata la decisione-blitz del premier ellenico, Alexis Tsipras, di sottoporre al giudizio popolare il pacchetto proposto dell'ex troika in cambio di aiuti per 7,2 miliardi di euro. Alla richiesta di Atene di estendere il piano di aiuti fino al prossimo 5 luglio, giorno del referendum, l'Eurogruppo ha opposto ieri un netto rifiuto, plasticamente sintetizzato dalle parole di Jeroen Dijsselbloem: «Constato con grande dispiacere che i negoziati sono falliti. Il programma di aiuti internazionali alla Grecia - ha aggiunto - finirà martedì sera». La riunione dei ministri finanziari ha avuto un epilogo quasi drammatico: Yanis Varoufakis si è rifiutato di firmare la dichiarazione con cui l'Eurogruppo si impegna a «fare tutto il necessario per assicurare la stabilità finanziaria dell'area euro».

A quel punto, al titolare ellenico delle Finanze è stato impedito di prendere parte alla seconda riunione, convocata dopo circa un'ora di sospensione dei lavori. Una pausa durante la quale Tsipras ha telefonato sia alla Cancelliera tedesca, Angela Merkel, sia al presidente francese, François Hollande, per ricordare loro che «il popolo greco sopravviverà. La democrazia è un valore basilare in Grecia, il referendum si terrà qualsiasi cosa l'Eurogruppo decida».

Un moto d'orgoglio che potrebbe costare caro al popolo greco. L'impressione è che il leader di Syriza abbia voluto giocare la carta del referendum nella convinzione di non trovare l'opposizione dei creditori. Ma anche per recuperare, attraverso la consultazione popolare, ulteriore forza negoziale. In fondo, ha detto Varoufakis, «si trattava di pochi giorni, poche settimane» di rinvio. Ma la corda era stata tirata troppo a lungo. Ha spiegato il ministro francese, Michel Sapin: se l'Eurogruppo ha bocciato l'ultima richiesta greca è perchè «non si può estendere un programma quando il Paese dice che non lo vuole e indice un referendum sul programma stesso. È una contraddizione di cui tutti ci siamo resi conto».

Insomma: il dado è tratto, anche se rimane ancora da verificare come si comporterà la Bce. La banca centrale guidata da Mario Draghi ha già convocato per oggi una riunione di emergenza del consiglio, chiamato a prendere decisioni prima della riapertura dei mercati. Il timore è quello di una reazione violenta, che si intende limitare il più possibile per evitare non solo la caduta delle Borse, ma anche il rischio del classico effetto contagio: quello capace di surriscaldare in breve tempo gli spread, facendo lievitare i tassi di interesse, e spuntare l'arma del quantitative easing . Non è proprio lo scenario immaginato da SuperMario.

Il ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan, ha comunque pigiato ancora una volta sul pedale della rassicurazione: «Nessun contagio, l'Italia è forte e la Bce ha gli strumenti per evitare che questa instabilità diventi eccessiva».

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