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Ex governatori e candidati: tutti i nodi delle Regionali

Gli azzurri non vogliono cambiare la legge sui presidenti: "Non è nel programma". La Sardegna e il Veneto restano sul tavolo

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Sulle Regionali il centrodestra resta in una situazione di stallo. I nuovi rapporti di forza, la crescita esponenziale di Fratelli d'Italia, una situazione che si è rovesciata rispetto a cinque anni fa, il desiderio del partito di maggioranza relativa di avere un riconoscimento della propria forza, il tentativo della Lega di resistere, chiedendo la conferma degli uscenti, rendono la trattativa intricata.

IL NODO SARDEGNA

Il caso è esploso in Sardegna, con lo scontro tra Lega e Fratelli d'Italia sul candidato alla Presidenza, con le perplessità sul governatore uscente Christian Solinas e Fratelli d'Italia schierata a favore della discesa in campo di Paolo Truzzu. Da Roma è arrivata una indicazione chiara e l'intero centrodestra, tranne Lega e Partito sardo d'azione, ha annunciato la candidatura del sindaco di Cagliari, motivandola con sondaggi a lui favorevoli. Il leader del Carroccio ha deciso di resistere su Solinas. Il dialogo è aperto, per lui si studia una candidatura alle Europee, ma il leader della Lega, prima di rinunciare vuole avere la certezza di poter blindare il Veneto, dove si andrà al voto nel 2025. Truzzu, intanto, ieri mattina, in occasione del Congresso provinciale di Fratelli d'Italia Gallura, ha lanciato un altro appello a Psdaz e Lega («Il vostro posto è nella coalizione di centrodestra»), ma anche ad Alessandra Zedda, esponente di centrodestra che minaccia di scendere in campo con una sua lista.

IL TERZO MANDATO PER LUCA ZAIA

Matteo Salvini, ha convocato il Consiglio federale per oggi alle 14, nella sede di via Bellerio e, inevitabilmente, il confronto interno verterà anche sulla strategia in vista delle Regionali. La Lega ha presentato una proposta di legge ad hoc per il terzo mandato per i governatori. La riforma permetterebbe la ricandidatura dei presidenti in otto Regioni al voto dal 2025 in poi: Campania, Puglia, Liguria, Emilia-Romagna, Lombardia, Friuli e Veneto. Per la Lega significherebbe potersi giocare la carta Luca Zaia, ma si aprirebbe un fronte anche nel Pd, in particolare in Campania. Il superamento dei due mandati non scalda Fratelli d'Italia, mentre Forza Italia è contraria. «Nel programma di governo non c'è dice Antonio Tajani Il Parlamento è sovrano, ma non sono entusiasta dell'idea di cambiare la legge».

L'EFFETTO DOMINO SULLE ALTRE REGIONI

Dalla Lega, in maniera più o meno esplicita, è partito un segnale chiaro: se si cambia candidato in Sardegna cadono tutte le certezze e non c'è nulla di scontato neppure in Basilicata, dove governa l'azzurro Vito Bardi o in Abruzzo, dove a capo della giunta c'è Marco Marsilio (FdI) e dove si voterà il 10 marzo. Più tranquilla la situazione in Piemonte dove Alberto Cirio è in ottimi rapporti con i tre partiti principali della coalizione. Forza Italia con Tajani è intervenuta cercando di cristallizzare la candidatura Bardi. «Bardi, non è in discussione perché ha lavorato bene: in Basilicata non si paga il gas e l'acqua, e queste sono cose che i cittadini lucani sanno apprezzare».

LA LUNGA ATTESA DELL'UMBRIA

La giostra delle Regionali in Umbria è partita da tempo, ma le urne qui si apriranno probabilmente nel mese di ottobre. Matteo Salvini ha blindato a più riprese il secondo mandato di Donatella Tesei. Ma se lo scenario complessivo degli accordi dovesse incrinarsi le carte in tavola potrebbero cambiare. FdI gradirebbe molto la candidatura del sindaco uscente di Perugia, Andrea Romizi, anche se ci sono anche altre opzioni.

Il Tesei bis resta comunque la soluzione più probabile.

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