"Come facciamo a cacciare Salvini?". Bufera su frase scritta a scuola

La domanda sarebbe stata data agli alunni di una scuola media inferiore di Castel Del Rio, nel Bolognese

"Come facciamo a cacciare Salvini?". Bufera su frase scritta a scuola

"Come possiamo avere macchine con un’energia che non inquina? Come risolvere la desertificazione? Come smettere la guerra? Come guarire molte malattie?". Fin qui nulla di strano. Ma poi, nelle domande inserite dalla prof in quello che sembra essere un compito in classe sottoposto ai propri studenti di una scuola media inferiore di Castel Del Rio, nel Bolognese, ne spunta un'altra che fa scoppiare la polemica. "Come facciamo a cacciare Salvini?". La segnalazione è partita da un genitore ed è stata poi raccolta dal consigliere regionale della Lega Nord Daniele Marchetti.

Che in una nota ha scritto: "Si tratta di un fatto, qualora confermato, gravissimo se è vero che stiamo indagando sulla veridicità della segnalazione che ci è arrivata, è anche vero che sin da ora è possibile trarre alcune conclusioni incontrovertibili: come si fa a porre una domanda simile a dei ragazzini di 11-14 anni?. A quell’età i ragazzi vanno educati, devono imparare la lingua italiana, la matematica, le scienze, la geografia, le lingue straniere. Vanno a scuola per imparare e farsi una cultura senza condizionamenti esterni, tanto più se questi sono di matrice politica. L’ideologia e la propaganda devono stare fuori dalle aule, soprattutto quando in queste siedono dei ragazzini. Il solo pensare di sottoporre un compito in classe porgendo una domanda simile agli studenti significa non essere in grado di adempiere con correttezza alla propria professione di insegnante, che è, per l’appunto quella di formare e fornire nozioni essenziali per la vita quotidiana".

Dall'istituto fanno sapere che sono in corso indagini sull'accaduto. E il TG Vallata del Santerno, che è di zona, ha scritto su Facebook: "Stiamo cercando di capire come siano andati i fatti. Le fonti sono discordanti e non è nella nostra linea dare notizie senza verificare attentamente quanto accaduto. Non è chiaro se si sia trattato di un compito assegnato dall’insegnante o di un esercizio svolto in autonomia dallo studente".

"Non ci voglio credere, e infatti andrò fino in fondo per verificare se siamo di fronte a uno scherzo o a una triste realtà. Scriverò al ministro della Pubblica Istruzione. Un abbraccio a quei bimbi da parte di un papà che lavora per una scuola senza pre-giudizi in un Paese libero", ha affermato il ministro dell’Interno Matteo Salvini.

Il direttore generale dell’Ufficio scolastico regionale per l’Emilia-Romagna, Stefano Versari, all'Ansa ha dichiarato che il caso "non esiste nemmeno.

Non c’è nessun compito in classe o a casa dato dall’insegnante ai bambini, ma un incidente nato da un esercizio fatto in classe. Si tratta della “bottega dei desideri”, una pratica didattica fatta all’inizio di un nuovo ciclo scolastico per far conoscere i bambini tra di loro e all’insegnante".

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