Coronavirus

Fake news o coincidenze? Le profezie del virus da Nostradamus (e il Duce...) fino ai Simpson

Tradotto di corsa il thriller americano del 1981 sul morbo «Wuhan-400»

Fake news o coincidenze? Le profezie del virus da Nostradamus (e il Duce...) fino ai Simpson

Tra gli effetti collaterali del Coronavirus il più inquietante è la diffusione - ex post - delle profezie, letterarie e non solo. Fake news o coincidenze?

Fra le più sorprendenti, quella del thriller The Eye of Darkness scritto nel 1981, quasi quarant'anni fa, in cui il bestsellerista americano Dean Koontz, che oggi ha 75 anni, immagina che in un laboratorio cinese, nella città di Wuhan (proprio così...) venga creato un virus letale, ribattezzato Wuhan-400: «Fu in quel periodo che uno scienziato cinese di nome Li Chen disertò negli Stati Uniti, trasportando un dischetto delle più importanti e pericolose nuove armi biologiche cinesi in un decennio. Chiamano il materiale Wuhan-400 perché è stato sviluppato nei laboratori fuori dalla città di Wuhan... Un'arma perfetta. Colpisce solo gli esseri umani». Bene. Visto il successo mediatico del Coronavirus, il romanzo sul virus in grado di uccidere la popolazione mondiale col solo contagio per vie respiratorie sarà presto leggibile anche in Italia. Lavorando notte e giorno sulla traduzione la TimeCrime, una sigla della casa editrice Fanucci, specializzata in narrativa di fantascienza, ha annunciato l'uscita del libro - titolo: Abisso, sottotitolo: «Coronavirus: il romanzo della profezia» - a marzo, il giorno 13, venerdì. Lancio: «Finora inedito in Italia, questo romanzo ha venduto 4 milioni di copie».

Da noi, invece, con meno successo di pubblico e minor sincronismo, lo scorso anno uscì La maledizione della croce sulle labbra (Ink), romanzo a quattro mani di Danilo Arona e Edoardo Rosati con al centro una strana epidemia: da una lontana isola dei Caraibi un virus sconosciuto sbarca in Italia, a Milano. «Due infettivologi ospedalieri, un lui e una lei, cominciano a indagare, ma ciò che sembra un bizzarro focolaio epidemico si trasformerà in un autentico incubo. Che ha il sapore di una piaga biblica...». Non sveliamo il finale.

Poi, tralasciando la lunghissima sequenza di film a tema, ma troppo generici - Virus letale, Resident Evil, Io sono leggenda, 28 giorni dopo, World War Z, L'esercito delle 12 scimmie, Contagion, Infection... - c'è la serie TV più preveggente di sempre (o presunta tale): I Simpson. Qualcuno ha notato che il creatore di Homer Simpson aveva previsto nel 1993 l'arrivo di un virus dall'Estremo Oriente. La puntata (episodio 21 della quarta stagione) s'intitola Marge in catene e presenta curiose analogie con l'attualità: racconta dell'arrivo di un pacco postale - sul quale ha starnutito un dipendente della fabbrica - spedito da un Paese asiatico. La conseguenza è l'arrivo a Springfield di un virus influenzale con successiva psicosi collettiva alimentata dai notiziari tv. In realtà tutto nasce dal Giappone, non dalla Cina, e non sembra esserci alcuna attinenza con le caratteristiche del Coronavirus. Ma tant'è. La Rete non guarda a certe sottigliezze, e la fake news si è propagata con velocità impressionante.

Del resto, chi ama credere alle profezie non ha che da scegliere. Bill Gates due anni fa «previde» la diffusione di un virus pandemico nel Sud dell'Asia: «Il mondo deve prepararsi alle pandemie seriamente, come quando ci si prepara a una guerra» disse il fondatore di Microsoft il 27 aprile 2018 durante la conferenza annuale sui programmi educativi della Massachusetts Medical Society a Boston, calcolando che il morbo avrebbe potuto uccidere 30 milioni di persone in sei mesi... Poi c'è l'onnipresente Nostradamus, che in una delle quartine scritte nel XVI secolo preannunciò una «grande peste» in una «città marittima» (Wuhan non ha sbocchi sul mare, però ha un grande «mercato del pesce» ha subito precisato un fan del medico-astrologo...). Senza dimenticare - in tempi di fascismo strisciante - la profezia sul «pericolo giallo» di Benito Mussolini nel discorso di saluto a Galeazzo Ciano, nominato rappresentante italiano a Shangai, pronunciato a Roma nel 1927: «Nei prossimi decenni ci dovremo guardare dall'espansionismo cinese.

Invaderanno il mondo con la loro smisurata prolificità, con i loro prodotti a basso costo e con le epidemie che coltivano al loro interno».

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