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Fatture false, D'Agostino: "Nei confronti del padre di Renzi ho subito sudditanza psicologica"

L'imprenditore D'Agostino, nelle sue dichiarazioni spontanee all'udienza di ieri mattina, ha detto: "Quando ho visto l'importo delle fatture sono rimasto perplesso. Ma i coniugi Renzi erano i genitori del presidente del Consiglio"

Fatture false, D'Agostino: "Nei confronti del padre di Renzi ho subito sudditanza psicologica"

Ha parlato di "sudditanza psicologica" nei confronti della famiglia del padre di Matteo Renzi. E lo ha ribadito più volte, ieri mattina, nel corso dell'udienza a Firenze. Le dichiarazioni sono quelle di Luigi D'Agostino, l'imprenditore conosciuto come il "re degli otulet", imputato insieme a Tiziano Renzi e Laura Bovoli, genitori dell'ex presidente del Consiglio, per due presunte fatture false e, nel suo caso, anche per truffa. Secondo quanto riportato da Il Fatto Quotidiano, l'uomo avrebbe raccontato il motivo per il quale accettò le fatture di 160mila euro, ritenute "gonfiate", tramite la "Eventi 6" della proprietà dei coniugi Renzi alla sua Tramor, per uno studio di fattibilità del progetto di ampliamento dell'outlet "The Mall" a pochi chilometri da Rignano sull'Arno, in provincia di Firenze.

"I Renzi erano i genitori del premier"

"Non ho fatto nessuna fattura falsa e non ho truffato nessuno", avrebbe spiegato l'imprenditore durante le sue dichiarazioni spontanee fornite al giudice di Firenze, Filippo Gugliotta, confermando il contenuto delle intercettazioni in cui si diceva consapevole di pagare ai Renzi, tramite la Tramor, una cifra più alta del dovuto: "Quando ho visto l'importo delle fatture sono rimasto perplesso. I coniugi Renzi erano i genitori del presidente del Consiglio, ho subito la sudditanza psicologica e ho ritenuto di non contestare le fatture". E a margine dell'udienza, l'imprenditore avrebbe ribadito il concetto con alcuni giornalisti: "In quel periodo parliamo di una delle persone più potenti d'Italia (Tiziano Renzi, ndr), per cui non è che mi metto a discutere con il padre del Presidente del Consiglio".

L'indagine

I genitori di Matteo Renzi, imputati nello stesso processo, ieri mattina non erano in aula per l'ultima udienza del dibattimento, ma hanno rilasciato dichiarazioni scritte. L'indagine, portata avanti dai pubblici ministeri del capoluogo toscano, Christine Von Borries e Luca Turco, riguarda fatti che risalgono al 2015, quando Matteo Renzi era Primo Ministro già da un anno. Il proprietario di Tramor, società di gestione del "The Mall" di Leccio Reggello, nel Fiorentino, incaricò la "Party" e la "Eventi 6" (di Tiziano Renzi e Laura Bovoli), di compiere alcuni studi di fattibilità per l'ampliamento dell'outlet, pagando due fatture da 140 e 20mila euro alle due società. Per i pm, le due note sarebbero false perché basate su prestazioni inesistenti e gonfiate. Tesi rigettata sia da D'Agostino, sia dai genitori del senatore. "Non c'è nessuna fattura falsa, solo tante tasse vere, tutte pagate fino all'ultimo centesimo", scrive nella memoria Tiziano Renzi. Che aggiunge: "Sentirsi accusato di falsa fatturazione, per chi ha sempre pagato, è avvilente".

La sentenza di primo grado è attesa per il prossimo 7 ottobre.

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