Mentre a Bruxelles regna l'incertezza e la nuova Commissione non si è ancora insediata, Ankara continua ad alzare la voce a livello internazionale. Come prontamente segnalato dal vostro quotidiano, all'interno di un documento intitolato European Islamophobia Report 2018 vengono presi di mira alcuni partiti politici italiani, tra i quali Fratelli d'Italia, perché avrebbe contribuito a creare un clima sociale xenofobo e anti-islamico «legittimando comportamenti di stampo razzista».
Addirittura si arriva a fare un collegamento tra le nostre proposte politiche e alcuni atti criminali che hanno visto come vittime alcuni migranti. La realizzazione di questo rapporto è stata promossa dal ministero economico e delle finanze turco e finanziata anche dall'Unione europea. Abbiamo depositato un'interrogazione parlamentare urgente per chiedere alla Commissione le ragioni e l'ammontare del contributo economico. Questa vicenda sottolinea ancora una volta il tentativo da parte della Turchia di utilizzare l'arma dell'islamofobia per mettere a tacere tutti coloro i quali denunciano con forza la strategia «neo-ottomana» perseguita da nuovo sultano Erdogan: promozione della cultura islamica tra i turchi che vivono in Europa; finanziamento di moschee nelle nostre città; penetrazione culturale nei Balcani occidentali; invasione della Siria e ricatto migratorio contro l'Europa. Recentemente la Turchia ha persino avviato un'attività di perforazione a Cipro, colpendo gli interessi nazionali di Italia e Francia le cui aziende petrolifere Eni e Total. Da sempre riteniamo che la Turchia, per ragioni storiche, geografiche e culturali non faccia parte dell'Europa come noi la intendiamo.
Questo non è affatto un atteggiamento xenofobo e anti-islamico ma puro buon senso da parte di chi ha a cuore gli interessi italiani e la difesa della cultura e della
civiltà europea. Con buona pace di qualche fanatico turco e dei burocrati europei che dilapidano i nostri soldi finanziando pubblicazioni vergognose.Carlo Fidanza
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