Il male minore. È questo secondo le autorità religiose indonesiane il vaccino contro il morbillo. «Haram», ovvero contrario ai precetti islamici, però inevitabile perché necessario.
La fatwa piuttosto originale è arrivata dal Consiglio islamico degli Ulema indonesiani: viene condannata la presenza nel vaccino antimorbillo normalmente somministrato ai bambini di «tracce di maiale» e di «cellule umane», che sono contrarie al Corano, ma viene contemporaneamente autorizzata la sua somministrazione a causa del fatto che al momento non esistono «valide alternative» che scongiurino la malattia.
Per una volta quindi il Consiglio islamico mette l'integrità fisica davanti a quella spirituale. Diciamo che è una buona notizia che il più grande Stato islamico al mondo consideri più grave il «pericolo di non vaccinare i bambini» che quello di infrangere la legge islamica, visto che qui da noi c'è chi contesta l'efficacia dei vaccini senza nemmeno l'alibi della fede religiosa.
Gli Ulema si sono quindi trovati in «una posizione senza scelta». Almeno per il momento. La fatwa infatti è stata sospesa solo in attesa che la scienza si decida a trovare un vaccino altrettanto efficace che però non contravvenga la legge coranica. Diverse città indonesiane avevano vietato il vaccino prima del via libera condizionato degli Ulema. Ora la decisione degli Ulema in teoria dovrebbe rendere più agevole la vaccinazione, anche se secondo molti osservatori invece la fatwa, ancorché sospesa, potrebbe spingere molte famiglie più attente all'ortodossia religiosa che alla salute dei propri figli, a non vaccinare questi ultimi.
Il
Consiglio degli Ulema, molto infliente sugli indonesiani, è guidato al momento da Ma'ruf Amin, candidato alla vicepresidenza del Paese e «garante» per conto dell'attuale presidente Joko Widodo del supporto degli ortodossi.
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