Firenze si lecca le ferite e chiede aiuto ai profughi

Città in ginocchio dopo il nubifragio che si è abbattuto sulla Toscana Il governatore chiede lo stato di emergenza: «Impiegheremo i migranti»

Sono bastati poco meno di trenta minuti, per mettere in ginocchio mezza Firenze. E adesso che gli enti locali dichiarano lo stato d'emergenza, a pulire e ripristinare le zone colpite il Pd chiama i profughi ospitati in Toscana. Lo ha ipotizzato il governatore toscano Enrico Rossi, che sta valutando la cosa «attivando una convenzione con l'Inail che consenta ai migranti di svolgere lavoro volontario». Intanto Firenze è ancora sotto choc per la bomba d'acqua: quando le prime gocce di pioggia hanno iniziamo a cadere, nel tardo pomeriggio di sabato, nessuno avrebbe immaginato che sulla città si sarebbe abbattuta una tromba d'aria in grado di abbattere centinaia di alberi, allagare decine di case, rovesciare tetti e dehors, bloccare migliaia di persone all'interno dei treni, ferire almeno 20 persone e causare danni per milioni di euro. In due ore, su Firenze e dintorni si sono rovesciati 58 millimetri di pioggia e grandine (quanta ne cadrebbe mediamente in un intero mese piovoso), con raffiche di vento e almeno 300 fulmini: una vera bomba d'acqua che ha costretto vigili del fuoco e polizia municipale a centinaia di interventi. Nonostante il temporale fosse atteso, Firenze si è fatta trovare impreparata: la furia del nubifragio ha colto di sorpresa automobilisti- rimasti fermi nei sottopassi della zona sud della città - e chiunque non ha fatto in tempo a mettersi al riparo. È il caso di un ragazzo di 19 anni, centrato in pieno da un albero mentre stava pescando con due amici: un fulmine ha colpito il tronco, che cadendo ha sbalzato in acqua il giovane. Sono stati gli amici a salvarlo, gettandosi nel fiume e chiamando i soccorsi: il personale del 118 lo ha rianimato e trasportato d'urgenza all'ospedale, dove è ricoverato in gravissime condizioni. Altre tre persone sono rimaste ferite quando un albero è caduto colpendo l'auto su cui stavano viaggiando: i vigili del fuoco hanno lavorato duro per estrarli dalle lamiere, ma non sono in pericolo di vita. In un sottopasso poco distante, i pompieri hanno dovuto liberare un'auto sommersa dall'acqua prima di andare a cercare per ore un disperso in Arno, poi fortunatamente ritrovato a casa.

Nella zona sud di Firenze sono stati travolti interi quartieri: due edifici sono stati eviacati e chiuso il raccordo d'accesso all'Autosole, mentre testimonianze raccontano di auto e dehors sollevati dalla furia del vento o alberi d'alto fusto caduti al suolo come tessere del domino, abbattendosi su auto e case. L'acqua ha raggiunto il metro di altezza e diverse persone si sono rifugiate sui tetti.

Anche la linea ferroviaria ha risentito del nubifragio: i detriti hanno danneggiato un cavo di alimentazione causando lo stop per almeno 18 convogli sia sulla linea ad Alta velocità che su quella tradizionale. I treni bloccati sono stati fatti tornare alla stazione più vicina per le riparazioni, ma per ore è stata compromessa la viabilità sull'intera rete ferroviaria tra nord e sud Italia. I passeggeri sono stati costretti a bivaccare alla stazione di Santa Maria Novella, mentre i tecnici Rfi hanno lavorato tutta la notte per riaprire i binari prima dell'alba di domenica. Per ore, ieri sera mezza Firenze ha vissuto una situazione quasi di guerra, tra allagamenti e crolli: niente luce elettrica, perché gli alberi hanno causato numerosi guasti su tutta la rete, né acqua corrente. Danni si registrano anche alla galleria degli Uffizi e al museo del Bargello. Non sono mancate le polemiche politiche: se Confartigianato parla di «tragedia annunciata» e lamenta l'assenza di un piano comunale di riqualificazione del verde, a venire metaforicamente travolto dal nubifragio è stato il sindaco Dario Nardella.

Il delfino di Matteo Renzi ha ben pensato di postare su Facebook un messaggio che esordiva spiegando come il primo cittadino fosse in ferie fuori città, e che si sarebbe occupato della vicenda tenendosi in stretto contatto telefonico con la protezione civile.

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