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Fisco, arriva il mini-condono. Ma c'è un tetto al reddito

Previsto lo stralcio per le vecchie cartelle fino a 5mila euro. Via al cantiere per la riforma della riscossione

Fisco, arriva il mini-condono. Ma c'è un tetto al reddito

«È il massimo che abbiamo potuto fare all'interno di questo stanziamento. I capisaldi sono il sostegno alle imprese, il sostegno al lavoro e la lotta contro il Covid». Così il premier Mario Draghi ieri ha esordito in conferenza stampa per presentare il decreto Sostegni. «L'obiettivo è dare più soldi possibili a tutti il più velocemente possibile», ha aggiunto. Ma c'è una questione che resta sullo sfondo e che ha segnato il primo provvedimento del nuovo governo ritardando di oltre tre ore e mezzo il primo fatidico Consiglio dei ministri: la rottamazione delle cartelle esattoriali è parzialmente depotenziata. In pratica, la palla passa al Parlamento.

Nel dettaglio, viene confermata la soglia di 5.000 euro per le cartelle da stralciare, ma nel periodo 2000-2011, anziché fino al 2015. Viene inoltre istituito un tetto di reddito di 30mila euro per le persone fisiche (50mila euro per le persone giuridiche). La mediazione tra centrodestra e centrosinistra ha portato questo risultato. Il costo della misura sarebbe inferiore ai 300 milioni rispetto al miliardo di cui si parlava inizialmente. Nell'iter parlamentare si dovrebbe procedere per estendere l'arco temporale fino al 2015. L'intesa prevede anche di avviare la riforma della riscossione chiesta dalla Lega. «Questo in effetti è un condono ma di multe di oltre 10 anni fa, che noi abbiano contenuti nell'importo di 5.000 euro», ha spiegato Draghi sottolineando che al netto di sanzioni varie «corrispondono circa a 2.500 euro» e «dentro un tetto, uno scaglione di reddito per cui questo azzeramento» permette «all'amministrazione di perseguire la lotta all'evasione in modo più efficiente». Il fatto di accedere «a un condono non elimina il problema, permette un piccolo sollievo ma un vero sollievo viene da una riforma del meccanismo», ha concluso.

Restano sospesi fino al 30 aprile i versamenti fiscali e gli avvisi esecutivi. Prorogati anche di 12 mesi il termine per le notifiche e di 24 mesi quello della prescrizione. Più tempo anche per saldare le rate della rottamazione ter e del saldo e stralcio: i versamenti saltati nel corso del 2020 dovranno essere saldati entro luglio 2021 e quelli previsti fino a luglio di quest'anno dovranno essere pagati entro il 30 novembre. Un'operazione che costa 1,3 miliardi nel 2021 e altri 817 milioni nel 2022. Inoltre l'Agenzia delle Entrate metterà a disposizione dei cittadini la dichiarazione precompilata il 10 maggio, anziché il 30 aprile, con lo slittamento dei termini delle certificazioni uniche a fine marzo.

Via sanzioni e more per le irregolarità dichiarative accertate, per quelle partite Iva che abbiano perso almeno il 30% del proprio fatturato nel 2020 rispetto all'anno precedente. Con il dl Sostegno cambia nuovamente il calendario delle dichiarazioni dei redditi, ovviamente per quest'anno. La bozza del decreto, all'esame del Consiglio dei ministri, sposta innanzitutto al 31 marzo 2021 il termine entro cui i sostituti d'imposta devono inviare la certificazione unica. Viene fatta slittare sempre al 31 marzo anche la scadenza entro la quale i soggetti terzi devono inviare alle Entrate, ai fini della dichiarazione precompilata, i dati riguardanti le spese sanitarie e altri dati su deduzioni o detrazioni.

Tutto il resto viene rinviato al prossimo scostamento di bilancio.

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