Saliranno a Palazzo Chigi domani. Antonio Tajani e Matteo Salvini, scortati dai rispettivi capigruppo di Camera e Senato, incontreranno il premier Draghi. Un confronto che si è reso necessario per verificare la possibilità di una mediazione su alcuni temi (delega fiscale, catasto e giustizia) sui quali al momento lo scontro politico sembra bloccato in un vicolo cieco. Tanto che il segretario Pd Enrico Letta azzarda: «Questo atteggiamento irresponsabile e inaccettabile del centrodestra sta facendo spegnere la candela del governo».
Matteo Salvini e Antonio Tajani torneranno quindi a chiedere al premier soprattutto una garanzia: che su temi così importanti per i loro elettori si tenga una discussione nella aule parlamentari non viziata dal condizionamento del voto di fiducia. L'incontro è stato chiesto dallo stesso Draghi. Il premier teme trappole sull'iter parlamentare della legge delega sulla riforma del fisco e sulla riforma della giustizia per la quale il ministro Marta Cartabia sta tentando tutte le armi della diplomazia e del dialogo per non farla naufragare. I vertici di Forza Italia però non vogliono arretrare e pure la Lega, con alcuni distinguo, si dimostra ferma ma ottimista. Gli azzurri, peraltro, ribadiscono piena lealtà al governo di unità nazionale ma su temi «fondamentali» come la casa e la giustizia non intendono cedere.
«Siamo favorevoli - spiega Tajani - a una riforma del catasto che faccia emergere gli immobili fantasma. Ma questa riforma non deve far aumentare le tasse sulla casa e bloccare il mercato immobiliare. Siamo convinti che Draghi capirà perché le nostre sono proposte di buon senso e vanno nella direzione della tutela di ciò che gli italiani hanno più a cuore: la casa». Insomma il coordinatore azzurro è ottimista sul fatto che su questo tema l'accordo si possa trovare.
Sulla giustizia, altro braccio di ferro in queste ore in una maggioranza ancora divisa, gli azzurri vogliono esprimere a Draghi la necessità della separazione delle carriere fra magistrati inquirenti e magistrati giudicanti. Risulta necessario poi, spiegano, che un magistrato una volta scelta la via della politica non possa tornare ad indossare la toga. Ma anche in questo caso (come in quello della sistema elettorale per comporre il nuovo Csm) si respira un deciso ottimismo. Siamo sulla buona strada, dicono, ecco perché sarebbe un errore politico porre la questione di fiducia. Ottimista anche la Lega che però chiede di mettere ai voti gli emendamenti presentati e ribadisce, per voce di Giulia Bongiorno, che la mediazione del Guardasigilli è un «buon punto di mediazione tra partiti che hanno sensibilità assolutamente diverse sulla giustizia». La leghista rilancia però i referendum come la «vera strada del cambiamento».
È sul fisco, invece, che la Lega, come già Forza Italia, sembra irremovibile. «Se in qualche passaggio della legge fiscale si ipotizza un aumento delle tasse sulla casa, sui Bot, sui risparmi o sugli affitti, bisogna risolvere questi problemi perché aumentare le tasse ora non sarebbe immaginabile» ripete Matteo Salvini.
La Lega vuole che l'impegno del governo a non aumentare la pressione fiscale venga messo nero su bianco. Insomma contro l'aumento delle tasse Lega e Forza Italia marciano compatti. «La casa - rimarca l'azzurra Erica Mazzetti - è stata fin troppo tartassata. Il Governo deve impegnarsi impedendo ogni tipo di aumento.
Bene, dunque, una riforma del catasto che abbia l'intento di mappare meglio (pure quello che prima non lo era), ma senza nuovi balzelli. Per quanto riguarda gli affitti abitativi, come suggerito in più occasioni, bisogna mantenere la cedolare secca su tutti gli immobili a prescindere dalla loro destinazione d'uso in modo stabile».
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